Siria, raid Usa a Idlib, morto il leader dell’Isis al-Qurayshi

L'operazione condotta in una zona di confine con la Turchia

FEB 3, 2022 -

Siria Roma, 3 feb. (askanews) – Il leader dello Stato islamico (Isis), Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, si è fatto esplodere la scorsa notte durante il raid condotto dalle forze americane a Idlib, nel nord-ovest della Siria, al confine con la Turchia. Un’operazione che secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha causato almeno 13 morti, tra cui quattro bambini e tre donne. L’eliminazione del leader Isis è stata annunciata dal presidente americano Joe Biden in una breve dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca: “La scorsa notte, sotto la mia guida, le forze militari statunitensi nel nord-ovest della Siria hanno condotto con successo un’operazione antiterrorismo per proteggere il popolo americano e i nostri alleati e rendere il mondo un posto più sicuro. Grazie all’abilità e al coraggio delle nostre forze armate, abbiamo messo fuori combattimento Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, il leader dell’Isis. Tutti gli americani sono tornati sani e salvi dall’operazione”. Un funzionario dell’amministrazione americana ha poi precisato che il leader dell’Isis si è fatto esplodere, uccidendo anche diversi membri della propria famiglia, tra cui donne e bambini. Biden ha annunciato che più tardi riferirà “al popolo americano” sull’operazione. Stando alla ricostruzione fatta dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’operazione americana è iniziata attorno alla mezzanotte locale ed è andata avanti fino alle 3:30 in una zona al confine tra la regione di Atmeh, a Idlib, e Iskenderun, in Turchia. Le forze americane hanno “circondato un edificio di due piani, chiedendo alle persone all’interno di uscire e arrendersi”, ma ci sono stati scontri per circa 90 minuti. Al-Qurayshi, iracheno, aveva assunto la guida dell’Isis dopo la morte di Abu Bakr Al-Baghdadi, avvenuta nell’ottobre del 2019 in un’operazione condotta dalle forze americane sempre a Idlib, ultima roccaforte dell’opposizione siriana contro il governo di Damasco, sostenuta da Ankara.