Elezioni Giappone, Kishida supera il primo test elettorale

Il suo partito ottiene maggioranza autonoma, ma perde qualche seggio

OTT 31, 2021 -

Giappone Roma, 31 ott. (askanews) – Alla fin fine le elezioni politiche per la camera bassa giapponese ha cambiato poco. Il Partito liberaldemocratico del primo ministro Fumio Kishida si è assicurato una stabile maggioranza autonoma, che consente al premier di dire di aver superato il suo primo test elettorale a tre settimane dall’arrivo al potere. Ma la supermaggioranza che avrebbe consentito alla coalizione di governo di poter tentare la via della riforma costituzionale si è ulteriormente allontanata rispetto alla precedente legislatura. La coalizione formata dal Partito liberaldemocratico (Jiminto) e il partito filo-buddista Komeito ha ottenuto 293 su 467 seggi in ballo nella Camera dei Rappresentanti. Precedentemente aveva 305 seggi, quindi ne ha perso alcuni, ma è riuscita a contenere l’emorragia che sembrava ineluttabile sotto la leadership dell’assai impopolare Yoshihide Suga. Il Jiminto può in qualche modo tirare un sospiro di sollievo, perché – pur calando di qualche seggio – riesce ad assicurarsi 261 rappresentanti (rispetto ai 276 della precedenza legislatura): cioè la maggioranza assoluta in autonomia, che consentirebbe di governare teoricamente anche senza l’alleato minore, il quale non risulta decisivo per la governabilità con i 32 seggi ottenuti, rispetto 29 della scorsa legislatura. Il partito di Kishida deve però prendere atto della caduta del segretario generale del Jiminto, Akira Amari, il numero due del partito. Amari, ex ministro degli esteri e uomo chiave del governo dell’ex premier Shinzo Abe, non s’è assicurato il suo seggio uninominale e ha annunciato che consegnerà le sue dimissioni nelle mani del leader. Probabile che debba passare la mano. Kishida, dal canto suo, ha espresso la sua soddisfazione per il risultato. “La coalizione di governo ottiene la maggioranza, sono molto grato ai cittadini per aver riposto la loro fiducia nella nostra alleanza. Per di più, il Partito liberaldemocratico ottiene una maggioranza autonoma. Sulla base di questo, mi auguro di poter condurre un’azione parlamentare e di governo efficace”, ha detto immediatamente dopo aver capito che il test elettorale era stato superato. Delusione ha invece espresso Yukio Edano, il numero uno del Partito democratico costituzionale che si conferma prima formazione dell’opposizione con 96 seggi, 13 in meno rispetto alla precedente legislatura. “Non siamo riusciti a togliere spazi alla maggioranza, me ne rammarico”, ha detto. Tra le altre formazioni politiche di minoranza, la novità sembra essere rappresentata dal Partito del rinnovamento giapponese (Nippon ishin no kai), che dagli 11 seggi della precedente legislatura, passa a 41, diventando il terzo partito dopo Ldp, Partito democratico costituzionale e prima del Komeito. Il Partito comunista, si è assicurato 10 seggi rispetto ai 12 della scorsa compagine parlamentare. Registra tuttavia la bocciatura della candidatura del suo segretario generale Kazuo Shii che non risulterebbe eletto a Tokyo. L’affluenza alle urne, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Kyodo, è stata del 55,79 per cento, due punti in più rispetto alle precedenti elezioni politiche. Nella propaganda Ldp in vista del voto, si è puntato a evidenziare il fatto che, in caso di vittoria dell’opposizione, entrerebbero nella stanza dei bottoni anche i comunisti, in una riproposizione un po’ nostalgica di un confronto che ricorda la Guerra fredda. Il Partito democratico costituzionale, dal canto suo, ha assicurato che il Partito comunista, in caso di vittoria, offrirà solo un appoggio esterno al governo. Kishida ha promesso un graduale aumento del salario minimo orario, che oggi è a 930 yen (7 euro), oltre che aumenti di salari per i lavoratori del settore della cura e sgravi fiscali per le aziende che aumenteranno i salari. L’alleato Komeito, invece, ha proposto la distribuzione di 100mila yen (754 euro) per ogni bambino nato, in maniera da incentivare la natalità, che è uno dei grandi problemi che il Giappone ha di fronte. L’opposizione, dal canto suo, ha promesso di dare un anno di tregua fiscale a chiunque abbia redditi inferiori ai 10 milioni di yen (75.400 euro) e 120mila yen (905 euro) in contanti a tutte le famiglie a basso reddito. Inoltre ha parlato di un taglio al 5 per cento della tassa sui consumi per un anno. Si tratta di un programma quantificarto in 18mila miliardi di yen (135,8 miliardi di euro), pari al 18 per cento del budget annuo del governo. Infine, il partito guidato da Edano propone un innalzamento del salario minimo orario del 60 per cento a 1.500 yen (11,3 euro). Su un altro tema caldo, quello dell’energia e della decarbonizzazione, il partito di Kishida ha proposto il rilancio degli impianti nucleari – molti dei quali ancora fermi dopo l’incidente di Fukushima del 2011 – anche per raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2011. Il partito di Edano invece è contrario alla costruzione di nuove centrali o un’espansione di quelle esistenti e spingerà per un’accelerazione del taglio delle emissioni. Dei 465 seggi in ballo, due terzi sono stati votati in piccoli collegi elettorali, gli altri vengono distribuiti sulla base del proporzionale. Nella camera bassa disciolta la maggioranza Ldp-Komeito.