Clima, il Papa raduna leader di altre fedi in vista di Glasgow

"Abbiamo ereditato un giardino, non lasciamo ai figli un deserto"

OTT 4, 2021 -

Clima Città del Vaticano, 4 ott. (askanews) – “Abbiamo ereditato un giardino: non possiamo lasciare ai nostri figli un deserto”: lo affermano i leader religiosi delle diverse fedi radunati oggi in Vaticano da papa Francesco in vista del vertice Onu sul clima che si svolgerà a Glasgow a novembre. “Oggi, dopo mesi di dialogo tra leader di fede e scienziati, ci riuniamo per mettere in guardia dalle sfide senza precedenti che minacciano la nostra bella casa comune”, si legge in un appello congiunto firmato, tra gli altri, da papa Francesco, dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, dal primate anglicano Justin Welby, dal “ministro degli Esteri” del patriarcato russo Hilarion, e ancora dal grande imam di al-Azhar Ahmed a-Tayyeb (islam sunnita), dall’ayatollah Seyed Mostafa Mohaghegh Damad di Tehran (islam sciita), dal rabbino Noam Marans, e ancora da rappresentanti dei cristiani copti, protestanti, pentecostali, e delle comunità buddhista, sikh, tao, confuciana. All’incontro nell’aula delle Benedizioni del Palazzo apostolico, erano presenti anche scienziati di diversi paesi e una rappresentanza dei ragazzi dei Friday for future. Papa Francesco è atteso a Glasgow per il vertice sul clima, sebbene la Santa Sede non abbia ancora confermato ufficialmente il viaggio. Jorge Mario Bergoglio, autore nel 2015 della nota enciclica Laudato si’, ha preferito lasciare la scena ai suoi ospiti: ha infatti consegnato il discorso che aveva preparato, limitandosi a un brevissimo saluto, ascoltando poi gli interventi di oltre due minuti che ogni leader religioso ha pronunciato. I lavori della mattinata, aperti dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e dai ministri degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, e britannico, Rishi Sunak, sono stati conclusi dai presidenti delle pontificie accademie delle Scienze (Joachim von Braun) e delle Scienze sociali (Stefano Zamagni), e infine dal “ministro degli Esteri” della Santa Sede, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. La mattinata è stata conclusa da una cerimonia simbolica di interramento di un olivo in un vaso. I lavori proseguiranno nel pomeriggio a Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede. I leader religiosi sottolineano, nell’appello congiunto, che “ultimamente l’umanità si confronta con molteplici crisi che in ultima istanza sono collegate ad una crisi di valori, etici e spirituali”. “Dobbiamo affrontare queste sfide usando la conoscenza della scienza e la saggezza della religione”. Ma, prosegue l’appello, “dobbiamo anche cambiare la narrativa dello sviluppo. Il cambiamento climatico è una grave minaccia. Facciamo appello per una azione comune ma differenziata ad ogni livello. Il mondo è chiamato a raggiungere un livello zero di emissione di carbone il prima possibile, con i paesi più benestanti che dovrebbero essere protagonisti riducendo le proprie emissioni e finanziando le riduzioni di emissioni da parte dei paesi più poveri. Tutti i governi dovrebbero adottare una traiettoria che limiti l’aumento globale medio della temperatura di 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli pre-industriali”. Leader religiosi e scienziati radunati in Vaticano fanno poi appello alla “cooperazione internazionale” per la transizione ecologica. Da parte loro, i responsabili religiosi si impegnano a “Promuovere un cambiamento dei cuori tra i membri delle tradizioni” di fede, ma anche a “muovere gli investimenti finanziari secondo standard ambientalmente e socialmente responsabili”. “Le generazioni future non ci perdoneranno mai se manchiamo l’opportunità di proteggere la nostra casa comune. Abbiamo ereditato un giardino: non possiao lasciare un deserto ai nostri figli. Gli scienziati ci hanno avvertito che potrebbe mancare solo un decennio per ripristinare il pianeta. Chiediamo alla comunità internazionale riunita al Cop26 di prendere azioni in modo veloce, responsabile e condiviso per ripristinare e curare la nostra umanità ferita e la casa che è stata affidata alla nostra responsabilità. Facciamo appello a tutti – concludono i leader religiosi – di unirsi a noi in questo nostro viaggio comune”.