Giappone, partita la campagna per il prossimo premier

Voto per la leadership del partito che esprime il primo ministro

SET 17, 2021 -

Giappone Roma, 17 set. (askanews) – E’ partita oggi un’insolitamente serrata gara per la leadership del Partito liberaldemocratico giapponese, che porterà il vincitore a sedere sulla poltrona di primo ministro a Tokyo. I candidati in corso sono quattro, tra i quali due donne. Si voterà il 29 settembre e diritto di voto avranno i 383 parlamentari del Jiminto – questo il nome con cui è conosciuto il partito – e altrettanti quadri dirigenti del partito, per un totale di 766 votanti. Nel novero delle scelte non ci sarà l’attuale premier Yoshihide Suga, che a sorpresa nel mese scorso ha annunciato il suo ritiro dalla gara. La sua figura è considerata poco spendibile, perché la risposta balbettante all’ultima ondata di contagi Covid-19 l’ha resa particolarmente impopolare e, dal momento che prima della fine dell’anno ci saranno elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti – la camera bassa della Dieta nipponica – che potrebbero modificare l’assetto politico del paese e quanto meno quello della maggioranza di governo. Per questo motivo il Jiminto, che pure non dovrebbe essere a rischio di perdere la maggioranza, deve aver valutato fosse necessario un cambio di cavallo. Ma l’uscita repentina di Suga dalla corsa ha anche aperto la strada a una corsa serrata tra i concorrenti. Secondo i sondaggi, che però sono su un campione ampio e non limitato al Jiminto, il favorito è l’attuale ministro della Riforma amministrativa nonché zar della campagna vaccinale Taro Kono. Si tratta di un ottimo gestore della propria immagine, che parla in maniera insolitamente diretta per un politico nipponico e che su diverse questioni – nucleare, diritti lgbt, ecc. – non ha mancato di fare i suoi distinguo rispetto alla linea conservatrice del partito. Gli altri tre contendenti sono l’ex ministro degli Esteri Fumio Kishida, già battuto nelle precedenti elezioni interne del partito da Suga; l’ultra conservatrice ex ministra dell’Interno Sanae Takaichi, sostenuta dall’ex premier Shinzo Abe, e l’indipendente dal gioco delle fazioni (habatsu, un po’ come le correnti dei vecchi partiti della Prima repubblica in italia) Seiko Noda, particolarmente sensibile alle istanze di emancipazione femminile. Il Giappone non ha mai avuto una premier donna. E, se ci si trovasse all’interno di una competizione aperta al voto popolare, probabilmente il peso delle candidature femminili sarebbe più apprezzabile. Ma gli osservatori non sembrano dare particolari chance a Takaichi e Noda. Kishida, invece, parrebbe avere più possibilità di contendere la partita a Kono, perché a capo di una “habatsu” particolarmente ampia e influente nel partito.