Usa, via per incontri hot segretario vescovi: ombre su inchiesta

Un sito conservatore pubblica i suoi dati di una app di incontri

LUG 21, 2021 -

Usa Roma, 21 lug. (askanews) – Negli Stati Uniti si è dimesso con l’accusa di comportamenti sessuali “inappropriati” il segretario generale della conferenza episcopale a seguito di un’inchiesta giornalistica con alcune ombre. La conferenza episcopale “è venuta a conoscenza della imminente pubblicazione di accuse di possibili comportamenti impropri da parte del suo segretario generale, mons. Jeffrey Burrill”, si legge in una nota diramata dall’organismo guidato dall’arcivescovo di Los Angeles José Gomez. “Quello che ci è stato riferito non comprende accuse di abusi su minori. Tuttavia, al fine di evitare che la questione metta in discussione le attività della conferenza, mons. Burrill ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato”. A raccontare una versione più dettagliata della vicenda è stata la testa all’origine delle dimissioni, The Pillar, sito internet di tendenza conservatrice con buone entrature nel mondo ecclesiale, statunitense e non solo. “Una analisi dei dati relativi al portabile di Burrill mostrano che il sacerdote ha visitato bar gay e residenze private usando una app di incontri in diverse città dal 2018 al 2020”, scrive The Pillar. La app in questione è Grinder, una application di appuntamenti omosessuali. The Pillar scrive che i dati degli spostamenti e degli incontri del monsignore, “ottenuti ed analizzati” dalla testata, sono “disponibili commercialmente”. Più specificamente, essi “sono stati ottenuti da un venditore di dati e autenticati da un’azienda indipendenze di consulenza ingaggiata da The Pillar”. Al netto della incompatibilità tra il voto di castità al quale è tenuto ogni sacerdote e l’attività sessuale, etero o omo, la modalità di inchiesta utilizzata ha suscitato alcune perplessità. “E’ da un paio d’anni almeno che si sa che la destra cattolica americana ha costruito un sistema di tracking dei telefoni (‘geofencing’): finora si pensava che fosse per scopi elettorali (dove indirizzare gli sforzi delle campagne elettorali)”, ha rilevato Massimo Faggioli, storico italiano del cristianesimo trapiantato negli Stati Uniti e grande esperto di cattolicesimo a stelle e strisce. “Ora siamo al passo successivo: prendere di mira particolari persone con ruoli ad alto livello per costringerle alle dimissioni (e con tutta probabilità, in altri casi, per ricattarle)”. Sacerdote della diocesi di La Crosse, Wisconsin, nella conferenza episcopale dal 2016, Segretario generale dal 2019, mons. Burrill ha ricoperto sinora la delicata casella di uomo-macchina dell’episcopato nordamericano. Una conferenza episcopale attraversata da polemiche e tensioni per svariate ragioni. Il monsignore, sottolinea The Pillar, ha avuto un ruolo-chiave nel “coordinare la risposta dei vescovi degli Stati Uniti agli scandali dell’abuso e della coercizione sessuale della Chiesa nel 2018”, quando emersero le condotte criminali del potente cardinale Theodore McCarrick. Un ex nunzio apostolico negli Usa, l’ultraconservatore Carlo Maria Viganò, giunse a chiedere le dimissioni del papa, nonostante Francesco abbia dapprima espulso McCarrick dal collegio cardinalizio e lo abbia poi dimesso dallo stato clericale. L’anno scorso, poi, la Santa Sede ha pubblicato una corposa ricostruzione sull’ascesa di McCarrick sotto Giovanni Paolo II e sulla sistematica copertura degli abusi avvenuta nel corso di decenni nella Chiesa statunitense e in Vaticano. Sempre in qualità di segretario generale – ma questo The Pillar non lo ricorda – mons. Burrill ha avuto in questi mesi un fondamentale ruolo di mediazione nell’acceso dibattito dell’episcopato sulla opportunità di pubblicare un documento pastorale sull’eucaristia, inizialmente concepito, dai settori più conservatori, per negare la comunione al neopresidente Joe Biden e alla speaker Nancy Pelosi in ragione della loro posizione “pro choice” (cioè a favore della libertà di coscienza) in materia di aborto. Una posizione polemica che, su insistenza tra l’altro della Santa Sede, si è poi andata lievemente ammorbidendo, e dovrebbe sfociare, in autunno, in un documento meno focalizzato su Biden e di taglio più pastorale. Ma mons. Burril, per allora, non sarà più nella stanza dei bottoni.