Brexit e pandemia lasciano pub e ristoranti Londra senza personale

Un locale su tre non ha lo staff per riaprire

GIU 14, 2021 -

Gb Roma, 14 giu. (askanews) – E’ allarme tra i ristoratori e i gestori di pub a Londra: dopo il lockdown e a causa delle nuove regole della Brexit che limitano o rendono più difficile assumere personale straniero, manca lo staff per la riapertura. Un locale su tre non ha personale a sufficienza, secondo un’indagine di mercato condotta dall’organizzazione Springboard e ripresa dal sito Londra-Italia. L’indagine è stata condotta tra le organizzazioni leader della ristorazione britannica, che contano oltre 104 mila operatori nel settore. Mancano in particolare chef, camerieri e manager. Tra marzo 2020 e marzo 2021 sono venute a mancare 355mila unità nel settore a causa del Covid e della Brexit. Angelo Todaro, floor manager in forza ad IT, in Mayfair, ha confermato a Londra-Italia i dati: “Quello del personale è un problema comune a tutti. Non si trova nuovo staff da inserire nell’organico e quello che c’è non è adeguatamente qualificato. L’arruolamento dall’estero è reso complicato dal nuovo regime migratorio, con il nuovo sistema a punti, e l’incertezza per la pandemia. Tutto questo ci penalizza profondamente”. A dicembre del 2020, il Manifesto di Londra, think tank progressista, evidenziava che un italiano su dieci avrebbe lasciato il Regno Unito per il combinato disposto micidiale di Brexit e Covid-19. Numeri simili sono stati comunicati a maggio dall’IMA, l’autorità per il monitoraggio dei diritti degli europei nel Regno Unito, che, attraverso una propria indagine ha evidenziato che un europeo su dieci sarebbe sul punto di lasciare il Paese al 30 giugno del 2021. Marco Piscitelli, cameriere con esperienza nel mondo del catering italiano, ha dichiarato al sito: “Siamo tutti bombardati da offerte di lavoro. Da quando abbiamo riaperto a maggio ne ho già ricevute già cinque”. Stessa situazione per Alberto Rinaldi, da anni impegnato nella ristorazione inglese: “Tutti i posti in cui ho lavorato mi hanno chiamato proponendomi una riassunzione. Parliamo di almeno sei contatti. Peccato che, però, nel frattempo sia passato al mondo delle costruzioni, dove ho continuato a lavorare senza alcun problema”. Tenta di metterci una pezza il sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha annunciato una serie di misure a favore della ristorazione: “Con il doppio colpo di Covid-19 e Brexit, la ristorazione londinese vive una carenza di personale che mette a rischio la ripresa della nostra città. Oltre al programma Skills Academies, che é diretto a formare i londinesi, sto esortando il governo a rivedere le regole migratorie”. In particolare potrebbe essere d’aiuto un visto speciale il coronavirus recovery visa, che consentirebbe di far rientrare gli stranieri per lavorare in Gran Bretagna ma si attende la decisione anche del governo.