India, quasi 9.000 casi di “fungo nero” tra guariti di Covid-19

Gravissima infezione che si diffonde tra pazienti pandemia

MAG 23, 2021 -

India Roma, 23 mag. (askanews) – L’India ha registrato oltre 8.800 casi di “fungo nero”, un’infezione solitamente rara, ma altamente mortale, mentre il Paese è impegnato a contrastare una pesanta ondata della pandemia di coronavirus. L’infezione da mucormicosi ha una mortalità del 50% e nei casi più compromessi è possibile salvare i pazienti soltanto rimuovendo l’occhio per evitare che l’infezioni arrivi al cervello. Ma negli ultimi mesi, l’India ha registrato migliaia di casi in pazienti con Covid o guariti. Secondo i medici c’è un legame tra gli steroidi forniti per trattare il coronavirus. Si tratta di un’infezione incredibilmente rara causata dall’esposizione ad un gruppo di muffe chiamate mucormycetes chesi trovano nell’ambiente: il concime, le piante, il terreno e la materia di decomposizione organica. L’infezione da “fungo nero” appare tra 12 e 18 giorni dopo la guarigione dal Covid-19, secondo gli esperti. La metà dei casi sono stati registrati negli stati occidentali di Gujarat e Maharashtra. Ventinove stati hanno dichiarato la malattia epidemica e sono state aperti nuovi reparti per la cura dell’infezione. Secondo gli esperti, l’infezione si sta diffondendo così velocemente che se i pazienti non vengono trattati in tempo, il tasso di mortalità può salire al 94%. Per la cura sono necessari antifungini da somministrate fino a otto settimane. Secondo diversi studi condotti in queste settimane la maggioranza dei pazienti che si ammala di “fungo nero” dopo il Covid sono uomini che soffrono di diabete.