Migranti, Al Mangoush: non biasimate la Libia, serve nuovo approccio

Ministra Esteri denuncia confini aperti e assenza di risorse

APR 23, 2021 -

Roma, 23 apr. (askanews) – “Non biasimate gli altri, cercate di comprendere la situazione spinosa che stiamo vivendo”: questo l’appello lanciato oggi dalla ministra degli Esteri libica, Najla Al Mangoush, rispondendo in Commissione Affari Esteri sulle violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti in Libia. “Non dico che non siamo responsabili, abbiamo responsabilità, ma la nostra responsabilità nasce da violazioni che stiamo subendo anche noi”, ha dichiarato la ministra, rimarcando anche l’assenza di risorse sufficienti per gestire in modo adeguato i flussi migratori.

Innanzitutto, ha ribadito, quello dei flussi migratori “non è un dossier libico, ma regionale e internazionale”. Per questo “chiedo alla comunità internazionale di essere pratici e proattivi per creare una strategia che sia coerente con la fase attuale. Le critiche alla Guardia costiera sono inutili. Servono soluzioni radicali e pratiche perchè si tratta di un flusso ininterrotto proveniente da Stati africani che vivono crisi su crisi”.

Al Mangoush ha espresso rammarico “per le condizioni dei migranti”, sottolineando che “siamo contro le violazioni dei diritti umani”.

“Tuttavia – ha proseguito – quando parliamo dello stato libico, bisogna ricordare che prima di tutto la Libia è un paese di transito e in secondo luogo che la Libia sta subendo colpo su colpo, con confini aperti e risorse limitatissime per l’accoglienza”.

“Non possiamo aspettarci una buona gestione umanitaria se non c’è un’infrastruttura materiale e culturale – ha spiegato – parliamo di un popolo che ha subito tanto e che lotta per il pane quotidiano. Nel Sud della Libia siamo sull’orlo della carestia. Cosa potete chiedere a un popolo di prestare aiuto quando è il popolo libico che ha bisogno di essere aiutato?”.

Per questo serve “un approccio alternativo, cioè come garantire i nostri confini meridionali, in modo pratico e congiunto, per aiutare l’Italia e l’Ue, ma anche la Libia che subisce per questi confini permeabili”. Tale è la condizione della Libia, ha ulteriormente esplicitato al Mangoush, che “non abbiamo risorse nemmeno per capire chi sono i migranti in arrivo e per gestirli sul piano sanitario”.