Libano, Papa riceve Hariri: per superare la crisi politica unita

Manca un governo dall'esplosione al porto di Beirut a agosto 2020

APR 22, 2021 -

Città del Vaticano, 22 apr. (askanews) – Papa Francesco ha auspicato che il Libano torni ad incarnare “la fortezza dei cedri, la diversità che da debolezza diventa forza nel grande popolo riconciliato”, nell’udienza che ha concesso questa mattina al primo ministro designato Saad Hariri.

Il politico libanese, scrive il quotidiano L’Orient le Jour, è “in cerca di un sostegno internazionale nei suoi sforzi di formare un governo che si fa attendere da otto mesi”, ossia dalle dimissioni dell’esecutivo guidato da Hassane Diab, il 10 agosto del 2020, sei giorni dopo l’esplosione al porto di Beirut che ha duramente colpito la capitale del paese dei cedri.

Nelle scorse settimane papa Francesco ha discusso della situazione del Libano in un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha confermato che questa mattina il Papa ha incontrato in “udienza privata” Hariri e “nel corso dei colloqui, durati circa trenta minuti, il Papa – ha detto il suo portavoce – ha voluto ribadire la sua vicinanza al popolo libanese, che vive un tempo di grande difficoltà ed incertezza, e ha ricordato la responsabilità di tutte le forze politiche di impegnarsi con urgenza a beneficio della nazione. Nel riaffermare il proprio desiderio di visitare il Paese non appena ci saranno le condizioni, Papa Francesco ha auspicato che il Libano, con l’aiuto della comunità internazionale, torni ad incarnare ‘la fortezza dei cedri, la diversità che da debolezza diventa forza nel grande popolo riconciliato’, con la sua vocazione ad essere terra di incontro, convivenza e pluralismo”. Dopo l’incontro col papa, Hariri si è intrattenuto per un’ora con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano che era stato inviato da Francesco a Beirut un mese dopo l’esplosione, e col “ministro degli Esteri” della Santa Sede, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.

Era stato Bergoglio in persona a preannunciare la sua intenzione di visitare il Libano quando, sul volo di ritorno dal viaggio in Iraq, a marzo scorso, aveva risposto così a un giornalista: “Il Libano è un messaggio. Il Libano soffre, il Libano è più di un equilibrio, ha la debolezza delle diversità, alcune ancora non riconciliate, ma ha la fortezza del grande popolo riconciliato, come la fortezza dei cedri”. Il Libano “in questo momento è in crisi, ma in crisi – non voglio offendere – in crisi di vita”. Il patriarca maronita, Bechera Rai, “mi ha chiesto per favore, in questo viaggio, di fare una sosta a Beirut, ma – continuava il papa – mi è sembrato un po’ poco. Una briciola davanti a un problema, a un Paese che soffre come il Libano. Gli ho scritto una lettera, ho fatto la promessa di fare un viaggio”.

Lo stallo politico è frutto di un conflitto tra il Capo dello Stato (per il “patto nazionale” che regge il paese, sempre un cristiano maronita), Michel Aoun, e il premier designato (per il “patto nazionale”, sempre un musulmano sunnita). Il patriarca maronita, il cardinale Bechera Rai, ha recentemente fatto appello alla formazione di un governo “capace di ristabilire il prestigio dello Stato”.

Saad Hariri è figlio di Rafik Hariri, primo ministro assassinato da un’esplosione il 14 febbraio 2005. Dopo lunghe indagini, a agosto del 2020 il tribunale speciale dell’Onu per il Libano ha condannato in contumacia un membro di Hezbollah, il “partito di Dio” legato alla Siria, ma ha affermato che non vi erano “evidenze” che la leadrship di Hezbollah abbia avuto un ruolo nell’assassinione del politico né “diretta evidenza” di un coinvolgimento della Siria.

Una nota diramata dal suo ufficio e riportata dall’Orient le Jour spiega che Saad Hariri ha parlato col papa del “ruolo che può svolgere il Vaticano per aiutare il Libano ad affrontare la crisi che attraversa”. Concetti richiamati in una serie di messaggi che il premier designato ha scritto in arabo su Twitter, sottolineando che l’iniziativa francese è in piedi ma il Vaticano può comprendere la radice dei problemi del Libano, che la formazione di un nuovo governo aiuterà a fermare il collasso, ma che c’è chi rema contro la prospettiva che il Libano divenga una economia libera. Papa Francesco, ha infine riferito Hariri, ha assicurato che visiterà il paese “dopo la formazione del governo”.

Accompagnato in Vaticano dall’ex ministro Ghattas Khoury e dal consigliere diplomatico Bassem el-Chab, Hariri ha regalato al papa un’opera che raffigura san Giorgio che trafigge il drago, realizzato da cristiani libanesi installatisi da generazioni in Colombia.