L’Italia dell’agroalimentare sbarca in forze in Giappone a Foodex

Una collettiva di 100 aziende per conquistare il mercato

MAR 8, 2021 -

Roma, 8 mar. (askanews) – Con un padiglione di 1.200 metri quadrati, 100 aziende espositrici, un team dedicato per la raccolta delle manifestazioni di interesse, la fama del Made in Italy nel mondo e il sistema Paese come rete di supporto. Così l’Italia dell’agroalimentare sbarca in forze alla 46esima edizione della fiera Foodex Japan, la più grande manifestazione del settore agroalimentare in Asia, che riapre i battenti da domani al 12 marzo dopo la cancellazione dell’edizione 2020 a causa del coronavirus. Un evento su cui le aziende partecipanti puntano per aumentare la presenza sul mercato giapponese ancora più attrattivo con l’accordo di libero scambio Ue-Giappone, Epa, che di fatto liberalizzerà il 97% delle esportazioni dell’agroalimentare italiano, un settore che da solo nel corso della pandemia ha retto l’impatto della crisi.

Per il sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione, Manlio Di Stefano, la partecipazione dell’Italia a Foodex 2021 “è strategica”, “è segnale importante” e un auspicio affinché “la ripresa economica possa consolidarsi e che possa contribuire il settore agroalimentare, un segmento trainante dell’economia italiana la cui filiera è la prima con 540 miliardi di euro di fatturato ed è il secondo comparto per volumi di export, dopo i macchinari”. Per Di Stefano bisogna puntare sul Giappone: “C’è una capacità ancora forte di attrattività dei prodotti italiani, grazie a qualità, tradizione e innovazione, che sono fattori di forza che la Farnesina ha voluto porre al centro dell’attività di promozione e di contrasto all’italian sounding”.

Il presidente dell’Agenzia Ice Carlo Ferro ha sottolineato il “successo” della partecipazione collettiva italiana al Foodex. “È un enorme successo per il sistema Italia essere riusciti ad organizzare una collettiva di 100 aziende italiane per l’edizione 2021 di Foodex. Siamo il Paese più rilevante dell’intero evento in termini sia di numero di aziende sia di area espositiva”, ha detto aggiungendo che si tratta di “una vetrina imprescindibile” per le aziende italiane che voglio sbarcare sul mercato.

L’Italia ha la “partecipazione internazionale più rilevante, sia come presenza fisica dei prodotti, sia come area espositiva”, uno spazio suddiviso in quattro parti, con “uno stand con 56 aziende già presenti sul mercato giapponese, uno showroom con un spazio espositivo personalizzato per 44 imprese che si affacciano per la prima volta sul mercato nipponico, lo spazio virtuale di Fiera Smart 365 dove si terranno gli incontri B2B” tra buyer e aziende dopo la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte del personale Ice “e poi un corner per la produzione dei formaggi italiani che dà continuità alla collaborazione con Assolatte”.

Un’occasione per rilanciare i prodotti italiani in un momento in cui gli stili di consumo stanno cambiando in Giappone. Un’onda da cavalcare, anche secondo l’ambasciatore d’Italia in Giappone Giorgio Starace: quando la crisi legata al coronavirus sarà superata “non faremo sconti a nessuno, né ai concorrenti Ue né a quelli extra-Ue, abbiamo intenzione di vincere in questo mercato dell’agroalimentare e del Made in Italy e sono certo che vinceremo grazie al nostro sistema di promozione fortemente integrato”.

Anche Starace ha ricordato il primato italiano al Foodez: “Sono orgoglioso, perché grazie alle iniziative portate avanti con Ice, l’Italia è stata presente anche ad altre fiere in Giappone, come quella della gioielleria e quella delle calzature e adesso siamo presenti con il più grande padiglione nazionale, di 1.200 metri quadrati e non ci fermeremo qui”.

Il padiglione italiano, infatti, è il più grande tra quelli dedicati ai Paesi all’interno della fiera, il più grande appuntamento dell’agroalimentare in Asia, giunto alla sua 46esima edizione, lo ha confermato il responsabile per le partecipazioni ufficiali Paesi esteri di JMA, Masahito Takeo: “Il padiglione italiano è grande 1.200 metri quadrati, è il primo del Foodex. Il secondo è quello della Corea del Sud con 700 metri quadrati di espozione. Il secondo di un Paese europeo è quello spagnolo con 360metri quadrati – ha spiegato – Seguon Francia, Germania e Regno Unito con 200 metri quadrati”.

Italia e Giappone in questo contesto “hanno lo stesso obiettivo, un approccio winwin”, “molti buyer giapponesi stanno aspettando i prodotti italiani” e “mi attendo molte attività e affari con le compagnie italiane già da domani”, ha concluso.

Un potenziale che esiste, perché, come ha spiegato il presidente di Ice Ferro il Giappone è decimo al mondo per popolazione, “l’Italia è il 18esimo Paese fornitore con l’1,7% di quota di mercato” a fronte di un 3,4% a livello mondiale per i produttori italiani, “quindi esiste un gap da colmare e con l’accordo di libero scambio ci sono nuove possibilità”.

Posizione condivisa dal ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli che ha mandato un messaggio scritto per l’evento: “L’agroalimentare italiano ha tenuto bene anche nell’anno della crisi e occorrerà esplorare le tante possibilità che possono essere intercettate in Giappone anche grazie a eventi come il Foodex” e “alle aziende consiglio di seguire con cura le indicazioni contenute nell’accordo e di ritenere le autorità italiane sempre al loro fianco per superare le difficoltà in queste difficili condizioni dovute alla pandemia in cui nostre aziende hanno mostrato una solida resilienza”. (di Daniela Mogavero)