La sicurezza nazionale Usa: le linee guida di Joe Biden

Stop a guerre eterne, la Cina e la Russia: il ruolo della diplomazia

MAR 4, 2021 -

Roma, 4 mar. (askanews) – La diplomazia è il primo strumento per la risoluzione delle grandi questioni di Sicurezza nazionale; la democrazia è la più grande risorsa degli Stati Uniti d’America, a fronte delle grandi sfide poste da Cina e Russia. In un documento provvisorio pubblicato ieri, la nuova amministrazione di Joe Biden ha fornito la sua prima guida di ampio respiro sulla Sicurezza del Paese: 24 pagine in cui non sono presenti dettagli operativi – e non è una sorpresa per una guida provvisoria, che dovrebbe essere seguita da una strategia di Sicurezza nazionale formale, la strategia di Difesa nazionale del Pentagono – ma che forniscono già molti spunti interessanti sulle prossime scelte del presidente democratico. Tra tutte, la fine delle ‘guerre per sempre’, come il conflitto in Afghanistan, la richiesta di apportare necessari miglioramenti alla Sicurezza informatica in tutto il governo, le risposte alle sfide di Cina e Russia, l’impegno al fianco di Israele, ma ‘senza assegni in bianco’.

‘C’è chi sostiene che, date tutte le sfide che dobbiamo affrontare, l’autocrazia sia il modo migliore per andare avanti. E c’è chi capisce che la democrazia è essenziale per affrontare tutte le sfide del nostro mondo che cambia’, ha scritto Biden nell’introduzione. ‘Dobbiamo dimostrare che il nostro modello non è una reliquia della storia; è l’unico modo, il migliore, per realizzare la promessa del nostro futuro. E, se lavoreremo insieme ai nostri partner democratici, con forza e fiducia, affronteremo ogni sfida e supereremo ogni sfidante’, ha aggiunto il presidente.

GLI INTERESSI NAZIONALI: IL RUOLO DELLA DIPLOMAZIA

Nel promuovere gli interessi dell’America a livello globale, Washington farà ‘scelte intelligenti e disciplinate’ per quanto attiene alla Difesa nazionale, ricorrendo a un ‘uso responsabile’ delle sue forze armate. La diplomazia, si sottolinea, sarà elevata a ‘strumento di prima scelta’. Gli Stati Uniti ‘non esiteranno mai a usare la forza quando sarà necessario’ per difendere i loro interessi nazionali vitali, e l’amministrazione farà in modo che l’intero apparato militare sia attrezzato ‘per scoraggiare gli avversari, difendere il popolo, gli interessi, gli alleati’ e ‘sconfiggere le minacce che emergono’. ‘Ma l’uso della forza militare dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima; la diplomazia, lo sviluppo e la politica economica dovrebbero essere gli strumenti principali della politica estera americana’, si avverte.

LA FINE DELLE GUERRE ETERNE: L’AFGHANISTAN

I conflitti aperti per scoraggiare il terrorismo non rappresentano più una priorità della nuova amministrazione Biden. ‘La forza militare dovrebbe essere utilizzata solo quando gli obiettivi e la missione sono chiari e realizzabili, quando la forza è abbinata a risorse adeguate e come parte di una strategia integrata, quando è coerente con i nostri valori e leggi e con il consenso informato del popolo americano’, si spiega nelle linee guida, prima di entrare nel merito della missione Usa in Afghanistan, avviata dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. ‘Gli Stati Uniti non dovrebbero, e non lo faranno, impegnarsi in ‘guerre eterne’ che sono costate migliaia di vite e centinaia di milioni di dollari. Lavoreremo per porre fine in modo responsabile alla più lunga guerra americana in Afghanistan, assicurando nel contempo che l’Afghanistan non diventi di nuovo un rifugio sicuro per gli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti’.

LA CINA E LA RUSSIA: LE SFIDE AGLI INTERESSI USA

‘La Cina è diventata rapidamente più assertiva’, si avverte nel documento. ‘E’ l’unico concorrente potenzialmente in grado di combinare le proprie capacità economiche, diplomatiche, militari e il potere tecnologico per lanciare una sfida sostenuta a un sistema internazionale stabile e aperto’. Quanto alla Russia, ‘rimane determinata a rafforzare la sua influenza globale e a svolgere un ruolo dirompente sulla scena mondiale’. Sia Pechino che Mosca hanno investito molto negli sforzi volti a contrastare i punti di forza degli Stati Uniti e impedire a Washington di difendere i suoi interessi ed alleati in tutto il mondo, si spiega ancora.

Attori regionali come l’Iran e la Corea del Nord, inoltre, continuano a perseguire capacità rivoluzionarie e tecnologie, minacciando alleati e partner statunitensi e sfidando la stabilità regionale. ‘Affrontiamo anche sfide all’interno di paesi la cui governance è fragile e si registra un’influenza di attori non statali che hanno la capacità di danneggiare gli interessi americani. Terrorismo, violenza ed estremismo, sia nazionale che internazionale, restano una minaccia significativa’, si precisa. Ma, nonostante queste sfide difficili, gli Stati Uniti restano determinati a ‘plasmare il futuro della politica internazionale’ per promuovere i propri interessi e valori e ‘creare un mondo più libero, più sicuro e più prospero’.

LE ALLEANZE INTERNAZIONALI: LA NATO

Per raggiungere il loro obiettivo, gli Stati Uniti hanno bisogno di ‘rinvigorire e modernizzare’ le loro alleanze e partnership in tutto il mondo, di produrre ‘una visione unificata’, di mettere insieme le forze per stabilire regole internazionali efficaci. Così, saranno rafforzati l’investimento Usa nella Nato e le alleanze con l’Australia, il Giappone e la Repubblica di Corea, che rappresentano ‘la più grande risorsa strategica dell’America’. ‘Lavoreremo con gli alleati per condividere equamente le responsabilità, incoraggiandoli a investire contro le minacce condivise, attuali e future’.

MEDIO ORIENTE: SOSTEGNO A ISRAELE, MA NO ASSEGNI IN BIANCO

In Medio Oriente, gli Stati Uniti manterranno il loro ‘impegno ferreo per la sicurezza di Israele’, cercando di favorire al contempo ‘la sua integrazione con i paesi vicini’, riprendendo anche il ruolo di ‘promotore di una valida soluzione a due stati’ della questione palestinese. Washington lavorerà inoltre con i suoi partner regionali per ‘scoraggiare l’aggressione iraniana e le minacce alla sovranità e all’integrità territoriale’, ‘smantellare al-Qaeda e le reti terroristiche collegate’, ‘prevenire una recrudescenza dell’Isis’, ‘affrontare le crisi umanitarie’ e ‘raddoppiare gli sforzi per risolvere i complessi conflitti armati che minacciano la stabilità regionale’. Ma, si sottolinea, gli Usa non ritengono che ‘la forza militare sia la risposta alle sfide della regione’: ‘non daremo ai nostri partner in Medio Oriente un assegno in bianco per perseguire politiche in contrasto con gli interessi e i valori americani’. E questo, si aggiunge, è il motivo per cui è stato ritirato il sostegno degli Stati Uniti alle operazioni militari nello Yemen e si è assicurato pieno appoggio agli sforzi delle Nazioni Unite per porre fine alla guerra.

AFRICA: IMPEGNO PER SVILUPPO, STABILITA’, SICUREZZA

Gli Usa continueranno inoltre a costruire partenariati in Africa, investendo nella società civile e rafforzando i legami politici, economici e culturali di lunga data. ‘Collaboreremo con economie africane dinamiche e in rapida crescita, anche se forniremo assistenza ai paesi che soffrono di cattiva governance, difficoltà economiche e sanitarie, insicurezza alimentare aggravate dalla pandemia’ di coronavirus, si sottolinea. ‘Lavoreremo per porre fine ai conflitti più mortali del continente e per prevenire l’inizio di nuove guerre, rafforzando il nostro impegno per lo sviluppo, la sicurezza sanitaria, la sostenibilità ambientale, il progresso democratico e lo stato di diritto. Aiuteremo le nazioni africane che combattono le minacce rappresentate dal cambiamento climatico e dall’estremismo violento e sostengono la loro indipendenza economica e politica di fronte a un’indebita influenza straniera’.

BILANCIO DELLA DIFESA: I FUTURI INVESTIMENTI

Allo scopo di individuare ‘priorità chiare’ nell’ambito del bilancio della Difesa, ‘saranno valutate la struttura, le capacità e le dimensioni appropriate della forza’ militare. Assieme al Congresso, l’attenzione dell’amministrazione sarà focalizzata non più sull’acquisizione di sistemi d’arma non necessari, ma sul tentativo di ‘liberare risorse da destinare a investimenti in tecnologie e capacità all’avanguardia’ capaci di determinare ‘un vantaggio futuro per la sicurezza militare e nazionale’. Saranno inoltre semplificati ‘i processi per lo sviluppo, il test, l’acquisizione, l’implementazione e la protezione di queste tecnologie’.

CYBERSECURITY: SARA’ UNA PRIORITA’ ASSOLUTA

La sicurezza informatica sarà una ‘priorità assoluta’ della nuova amministrazione Usa, che punterà a rafforzare ‘le capacità, la prontezza e la resilienza nel cyberspazio’. ‘Eleveremo la sicurezza informatica a imperativo per tutto il governo. Lavoreremo insieme per gestire e condividere il rischio e incoraggeremo la collaborazione tra il settore privato e il governo a tutti i livelli al fine di costruire un ambiente online sicuro e protetto per tutti gli americani’, si legge nelle linee guida, in cui si precisa anche l’intenzione di rispondere ‘rapidamente e proporzionalmente agli attacchi informatici’ subiti.

AMPLIAMENTO DELLA FORZA LAVORO PER LA SICUREZZA NAZIONALE

In tutto il documento si ritorna più volte sulla necessità di ampliare la ‘forza lavoro’ per la Sicurezza nazionale, ‘al fine di sfruttare appieno il talento americano’. Secondo l’amministrazione Biden, bisogna incentivare le persone di talento a entrare in servizio: a questo scopo la Casa Bianca ‘creerà nuove opportunità perché esperti non in carriera possano servire il governo per un periodo di tempo determinato’, attirando anche ‘talenti critici dal settore privato su questioni diverse, come il cambiamento climatico, la salute pubblica globale, le tecnologie emergenti e la Cina’, incentivandoli ‘a lavorare nel governo federale’.

NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE: RIAFFERMARE LA LEADERSHIP USA

Le linee guida chiariscono che ‘una rinnovata leadership americana per la non proliferazione (nucleare) sarà essenziale’ per ridurre i pericoli posti da questo tipo di armi. A tal proposito, la diplomazia di Washington cercherà di farsi strada con la Corea del Nord e l’Iran, determinando dunque un’inversione di tendenza rispetto alle politiche di ‘massima pressione’ utilizzate dal precedente inquilino della Casa Bianca, Donald Trump. Più in generale, su questo dossier, Biden si impegna a ‘evitare costose corse agli armamenti e ristabilire la credibilità’ degli Stati Uniti, ‘come leader nel controllo degli armamenti’, a partire dall’estensione del nuovo trattato Start con la Russia.

Laddove possibile, Washington perseguirà anche ‘nuovi accordi per il controllo degli armamenti’. ‘Adotteremo misure per ridurre il ruolo delle armi nucleari nella nostra strategia di sicurezza nazionale, garantendo nel contempo che il nostro deterrente strategico rimanga sicuro, protetto ed efficace e che i nostri impegni di deterrenza nei confronti dei nostri alleati rimangano forti e credibili’, si legge. Gli Stati Uniti, inoltre, si impegneranno ‘in un dialogo significativo con Russia e Cina su una serie di sviluppi tecnologici militari emergenti che implicano stabilità strategica’.

UNO SGUARDO AL FUTURO: LA RIORGANIZZAZIONE INTERNA

L’amministrazione pensa sia giunto il momento di ripensare le strutture tradizionali dell’establishment della Sicurezza nazionale. Poiché le tradizionali distinzioni tra politica estera e interna – e tra sicurezza nazionale, sicurezza economica, sicurezza sanitaria e sicurezza ambientale – sono ‘meno significative che mai’, ‘riformeremo e ripenseremo le nostre agenzie, i dipartimenti, i processi interagenzia’ per ‘riflettere questa nuova realtà’, si legge nel documento. ‘Faremo in modo che le persone con esperienza in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, economia e finanza, lingue e regioni critiche, siano completamente integrate nel nostro processo decisionale’. (articolo di Corrado Accaputo)