La ricostruzione dell’attacco in cui è morto l’ambasciatore Attanasio e un carabiniere

E' avvenuto in una zona del Congo in cui è attivo un gruppo di ribelli ruandesi

FEB 22, 2021 -

Roma, 22 feb. (askanews) – Il governatore della provincia congolese Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, ha detto che l’attacco di stamane costato la vita all’ambasciatore Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci e a un autista del Programma alimentare mondiale (Pam) è stato messo a segno, “stando alle prime indagini, da un gruppo di sei persone che parlava Kinyarwanda”, la lingua parlata in Ruanda.

Raggiunto dal New York Times, il governatore ha precisato che l’attacco è avvenuto in una zona dove operano da tempo le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, uno dei più grandi gruppi armati attivi nel paese, legato al genocidio del 1994.

“Erano cinque le persone a bordo del convoglio, tra cui l’ambasciatore”, ha precisato all’Associated Press Mambo Kaway, presidente di un’organizzazione locale della società civile. “L’autista è morto dopo essere stato raggiunto da diversi proiettili, gli altri sono rimasti feriti”, ha aggiunto.

Il governatore ha quindi raccontato che la delegazione è stata presa in ostaggio e portata nel bosco, dove però è stata vista dalla gente del posto che ha allertato le autorità. A quel punto sono intervenuti esercito e ranger del parco nazionale Virunga.

“C’è stato uno scontro a fuoco. Gli aggressori hanno sparato al carabiniere e ambasciatore”, ha aggiunto. Secondo quanto riferito dalla missione Onu (Monusco), Iacovacci è morto sul posto, mentre Attanasio è deceduto per le ferite all’ospedale Monusco a Goma, capoluogo del Nord Kivu.

Il Programma alimentare mondiale, a cui apparteneva il convoglio, ha precisato che l’attacco è avvenuto lungo “una strada che era stata precedentemente autorizzata per viaggi senza scorte di sicurezza”.

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