Ungheria, KlubRadio verso chiusura, si spegne ultima radio libera

Mobilitazione in Ue. Interrogazione Pd al ministro Di Maio

FEB 11, 2021 -

Roma, 11 feb. (askanews) – Firmata da Lia Quartapelle e Filippo Sensi, dal Pd arriva una interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Lugi Di Maio sulla prossima chiusura di Klubradio, una delle ultime voci indipendenti tra i media ungheresi, a cui è stata ordinata l’interruzione delle trasmissioni da domenica prossima. Come spiega il testo dell’interrogazione, infatti, un tribunale di Budapest ha confermato la decisione “della autorità nazionale dei media, un organismo la cui indipendenza è stata messa in questione sin dalla sua nascita nel 2010, che più volte l’emittente aveva contestato. I programmi di Klubradio, un mix di notizie e talk show, raggiungono fino a 500mila ascoltatori, ma dopo l’avvento di Orban nel 2010, le sue frequenze erano state già limitate alla sola area di Budapest”. La vicenda sta mobilitando la politica a livello europeo e la radio nel mirino delle autorità ungheresi ha annunciato ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo e alla Corte di giustizia dell’Unione in Lussemburgo.

“Klubradio è accusata di aver violato le leggi sulla registrazione delle emittenti, ma normalmente ciò dovrebbe comportare solo una multa. Difatti, parrebbe che, l’infrazione sia stata commessa anche da altri, che però non sono stati sanzionati proprio perchè, generalmente, allineati con l’esecutivo di Orban”, si legge nel testo dell’interrogazione. Il direttore e proprietario della radio ungherese ha definito, infatti, “un’esecuzione” la chiusura dell’emittente, attraverso cui “Orban fa tacere l’ultima radio libera del Paese”. Si tratta di “un altro colpo contro il pluralismo dei media”; purtroppo, infatti, negli ultimi anni, i sostenitori del primo ministro nazionalista e conservatore Viktor Orban hanno assunto gradualmente il controllo dei media ungheresi.

Contemporaneamente l’Ungheria è passata dal 23esimo all’89esimo posto su 180 paesi nell’indice sulla libertà di stampa stilato da Reporter senza frontiere, con oltre 500 società di media raggruppate in una unica fondazione e il 90% dei media controllati dal governo. Dati molto preoccupanti e inaccettabili nel consesso europeo; tanto che, anche la Commissione europea segue la vicenda. Un portavoce ha dichiarato che la commissione “sta esaminando le implicazioni della chiusura per le regole pertinenti dell’unione e non esiteremo ad agire in caso di violazioni”.

“Già nel 2018 il Parlamento europeo ha chiesto al Consiglio di adottare provvedimenti per evitare che l’Ungheria violasse i valori fondanti dell’Unione in materia di indipendenza giudiziaria, libertà di espressione, corruzione, diritti di minoranze, migranti e rifugiati. Contro Budapest è stata avviata la cosiddetta procedura sullo Stato di diritto, basata sull’articolo 7 del Trattato di Lisbona. A inizio 2020, però, una risoluzione del Parlamento Europeo denunciava come “l’incapacità del Consiglio di applicare efficacemente l’articolo 7 continui a compromettere l’integrità dei valori comuni europei; proprio nel rispetto e nella difesa di quei valori, la battaglia di KlubRadio non può restare solo una vicenda ungherese, ma deve rappresentare una nuova sfida di tutti gli europei per non segnare un precedente pericoloso per il futuro”.

I firmatari dell’interrogazione chiedono così al ministro Di Maio “quali azioni intenda intraprendere il governo nei rapporti bilaterali con l’Ungheria e nelle sedi europee e internazionali per impedire la chiusura di KlubRadio e, più in generale, il rispetto del pluralismo e della libertà dei media in Ungheria”.

Orm