Schiavone: valutare istituzione Ministero italiani all’estero

Taglio parlamentari minaccia la rappresentanza

FEB 9, 2021 -

Roma, 9 feb. (askanews) – Nell’incontro preparatorio all’assemblea permamente Stato, Regioni, Cgie, il segretario generale del Cgie Michele Schiavone è intervenuto sul tema della rappresentanza per i nostri connazionali all’estero. Incombe il rischio di una perdita di rappresentanza per gli italiani all’estero, ha detto Schiavone, e il semplice potenziamento della macchina ammnistrativo diplomatica italiana non basta più. Gli italiani all’estero sono in pratica il 10% della popolazione italiana, e in questa prospettiva occorrerebbe l’istituzione di una nuova regione transnazionale o proprio di un ministero per gli italiani all’estero.

Il taglio dei parlamentari deciso dal referendum – ha sottolineato Schiavone – potrebbe rappresentare una cesura definitiva tra italiani all’estero e paese d’origine. La conferenza permamente stato-regioni-Cgie dovrebbe in questa prospettiva valutare alcune tematiche di base.

E’ vitale per prima cosa – ha detto Schiavone – l’istituzione della comissione bicamerale per gli italiani all’estero come il rinnovo entro quest’anno dei Comites. Si ravvede l’urgenza di calendarizzare in parlamento la riforma del Cgie e dei Comites. Questi vanno rinnovati in termini di funzione e strumenti anche a fronte della crisi determinata dalla pandemia.

E’ essenziale rivedere anche le modalità del diritto di voto per gli italiani. La partecipazione elettorale nella circoscrizione estera va uniformata e bisogna prendere in considerazione la sperimentazione del voto elettronico. É necessario anche riformare la legge sulla cittadinanza numero 91, in particolare per le donne sposate prima del 1948 che hanno dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana.

Poi bisogna rivedere la legge dell’Aire e pensare in che modo i cittadini all’estero possano partecipare alle elezioni amministrative e regionali. E’ triste constatare la situazione in cui si trova la nostra amministrazione statale all’estero: è necessario un ripensamento di compiti ruoli e funzioni espressi dalla rete diplomatica. Il nodo – ha concluso – è che non basta più potenziare i servizi amministrativi ma bisognerà considerare l’ipotesi dell’isituzione di una nuova regione transnazionale o costituire un Ministero per gli Italiani all’estero. Non è più concepibile che misconosendo i diritti costituzionali si facciano distinzione tra cittadini residenti e espatriati.