##Russia, ecco come funziona il partito di Navalny e chi c’è dietro

Congelate le proteste: "Alexey dice di concentrarci sull'autunno"

FEB 8, 2021 -

Milano, 8 feb. (askanews) – Non avesse gli occhi azzurri, Aleksey Navalny assomiglierebbe moltissimo a Vladimir Majakovskij. Tratti decisi, mento importante, sguardo intenso che ti trapassa, dialettica decisa. Come il dissidente della nuova epoca, anche il poeta di Stalin era finito in carcere più volte ai suoi esordi. Come lui veniva dai margini: Majakovskij dalla Georgia, periferia dell’impero zarista, Navalny dalla regione di Mosca, estrema periferia Sudovest. Butyn per la precisione, distretto di Odintsovo.

Ma è soprattutto una parola che i due hanno in comune: futuro. Del poeta è bene nota l’equazione futuro = rivoluzione, ed è difficile immaginarsi il futurismo russo senza Majakovskij. Per Navalny “futuro” è una parola centrale nella sua intera strategia politica. Anzi è la parola che ha scelto per il suo partito. Sinora ha combattuto il partito al potere “Russia Unita”, ha talora trovato alleati in Parlamento con alcuni (ormai ex) deputati di “Russia Giusta”, ma c’è un’altra Russia, “La Russia del futuro” (o del progresso, secondo la prima versione) che è un partito tutto suo. Non è rappresentato né alla Duma, né al senato. Però ha già la sua strategia, le sue gerarchie e anche degli indirizzi ideologici.

In primis “Lotta alla corruzione”, binario già seguito dalla Fondazione anticorruzione (FBK) che è anche il principale organo esecutivo della macchina elettorale di Navalny, la quale va detto si muove in uno spazio fin troppo angusto lasciato libero dal potere centrale. Altri aspetti ideologici ricordano i movimenti populisti europei, a partire dalla “Democrazia elettronica”, ossia l’uso di Internet, delle tecnologie di informazione e comunicazioni digitalizzate per i processi politici e di governance. E poi ci sono il “Nazionalismo civico” e il “Liberalismo economico” che non hanno bisogno di presentazioni. Come fondatore compare Leonid Volkov, generalmente indicato come il braccio destro di Navalny o il capo del quartier generale della campagna elettorale presidenziale nel 2018 e successivamente del quartier generale dello “sciopero degli elettori”.

Volkov è colui che ha fermato con poche righe le proteste di gennaio 2021. Dopo le migliaia di arresti che hanno interessato anche altre due punte di diamante del “partito” di Navalny: Ljubov Sobol, ovvero la candidata da presentare alle elezioni di settembre, e Kira Yarmish, la portavoce e donna di prima fila spesso accanto alla moglie Julia Navalnaya. “Alexey ci chiede di concentrarci sull’autunno” ha detto Volkov compiendo una improvvisa inversione di marcia. E ha spiegato che ora l’indirizzo è questo: “Navalny, tornando in Russia ha lasciato istruzioni abbastanza chiare. E il quartier generale di Navalny sta ora agendo in conformità con questo piano”. E poi ha aggiunto: “Se usciamo ogni settimana, riceveremo altri mille arresti e centinaia di persone picchiate, e il lavoro della sede sarà paralizzato, e sarà impossibile lavorare alle elezioni. Non è quello che vogliamo, non è quello che ci chiede Alexey. Alexey ci chiede di concentrarci sull’autunno. Lo faremo uscire di prigione prima di tutto con metodi di politica estera, agendo sugli amici di Putin e sui loro soldi, attraverso la nostra lista delle sanzioni, in base alla quale stanno già lavorando sia l’amministrazione europea che quella americana, le quali ora capiscono che su Putin c’è bisogno di agire in questo modo, prenderlo per ciò che apprezza e lui apprezza i soldi”. (VTimes ha pubblicato ampi estratti dal discorso di Volkov che in questi giorni sta generando molte polemiche in seno all’opposizione)

“La Russia del futuro” in realtà esiste da qualche anno e il suo primo congresso si è tenuto a Mosca: c’erano 124 delegati di 60 regioni, con 83 sedi regionali. Il partito ha un consiglio centrale, composto da sette persone: gli avvocati della FBK Ivan Zhdanov e Alexander Pomazuev, il direttore della FBK Roman Rubanov, e ancora Georgy Alburov, Lyubov Sobol, Nikolai Lyaskin, il membro dello staff di Navalny Ruslan Shaveddinov. Zhdanov è diventato il segretario del consiglio centrale del partito. La storia però della fazione non è liscia come l’olio. “La Russia del futuro” è stata aggiunta all’elenco dei partiti politici russi alla fine di maggio 2019, quando il ministero della Giustizia ha aggiornato l’elenco dei partiti ammissibili a partecipare alle elezioni. Ma nel 2020 la Corte Suprema russa, su richiesta del Ministero della Giustizia, ha liquidato il partito. Il direttore della Fondazione anticorruzione Zhdanov ha presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Lo staff di Navalny mette in conto questi “stop and go”. Non a caso Yarmish in un video di qualche mese fa delinea la strategia politica affermando che “si può vincere” contro Russia Unita nelle elezioni locali. Insomma la strategia è infilarsi negli interstizi, usare le debolezze dell’avversario. Ma “ora è giunto il momento per la battaglia generale: nel 2021 si terranno le elezioni per la Duma di Stato”, c’è scritto nell’introduzione alla piattaforma “Voto intelligente”, scrigno della democrazia elettronica secondo la concezione di Navalny.

Nel frattempo il film sul presunto “palazzo” all’italiana sul Mar Nero, prima e vera accusa diretta contro Vladimir Putin, è diventato protagonista di un sondaggio del centro demoscopico indipendente Levada. Il 26% della popolazione adulta dice di aver guardato il film. Un altro 10% ha familiarità con il suo contenuto, sebbene non lo abbia visto, e il 32% ne ha sentito parlare, ma non conosce i dettagli. Insomma lo hanno visto in molti. E a proposito di futuro, sono soprattutto i giovani (18-24 anni) a credere nel contenuto: 25%. Mentre gli intervistati di età pari o superiore a 55 anni ci credono meno di tutti: 13%. Quanto a Navalny, secondo un altro recente sondaggio del Levada, il 31% degli intervistati ha sentimenti positivi nei confronti del politico, 37% negativo, 29% è neutrale. A un esame più attento, dominano i sentimenti neutrali: al 29% gli è indifferente, il 16% non può dire niente di buono su di lui, il 14% niente di male, ed è antipatico al 12%. Ma è soprattutto la popolarità di Navalny: ora a differenza di prima compare nella top ten dei politici di cui i russi di fidano. E questo fa pensare che la macchina politica alle sue spalle in qualche modo avanza.

(di Cristina Giuliano)