India, crollo ghiacciaio himalayano: almeno 14 morti e 170 dispersi

Alluvioni, dighe e case danneggiate. Persone intrappolate sottoterra

FEB 8, 2021 -

Roma, 8 feb. (askanews) – Almeno 14 persone sono morte e 170 sono considerate disperse dopo il crollo di un ghiacciaio himalayano su una diga sul fiume Alaknanda, che ha provocato gravi inondazioni nello stato indiano di Uttarakhand. Migliaia di militari indiani e membri delle forze paramilitari sono impegnati nelle ricerche, secondo le immagini mostrate dalle tv locali e alcune testimonianze. L’onda di piena provocata dall’impatto del ghiaccio franato si è abbattuta sulle sponde del fiume, spazzando via la diga idroelettrica di Rishiganga e abbattendosi sulla vallata del distretto di Chamoli. Almeno cinque ponti sono stati distrutti, mentre decine di case e altre centrali idroelettriche sono state danneggiate.

Secondo quanto riferito dalla stampa locale, la maggior parte dei dispersi è costituita da persone che lavoravano alla centrale idroelettrica di Rishiganga e in quella costruita dalla National Thermal Power Corporation (Ntpc) sul fiume Dhauliganga.

Questa mattina, intanto, gli sforzi dei soccorritori si stanno concentrando su un tunnel lungo 2,5 km dove si ritiene che molti lavoratori si trovino intrappolati, riferisce il Guardian. Vivek Pandey, un portavoce della forza di polizia di frontiera indo-tibetana, ha detto che almeno 30-35 persone si troverebbero all’interno del tunnel e che i soccorritori stanno cercando di raggiungerli. Al momento, comunque, non ci sono stati contatti vocali con i dispersi, ha precisato un altro funzionario.

“I soccorritori hanno utilizzato funi e pale per raggiungere l’imboccatura del tunnel. Hanno scavato tra i detriti e sono entrati nel tunnel. Devono ancora entrare in contatto con le persone intrappolate”, ha confermato il primo ministro dell’Uttarakhand, Trivendra Singh Rawat.

Ieri 12 persone sono state salvate da un altro tunnel. Più di 2.000 membri delle forze armate, dei gruppi paramilitari e della polizia stanno prendendo parte all’operazione di ricerca e soccorso, inclusi soldati esperti in alpinismo. Le ricerche sono proseguite anche durante la notte grazie all’uso di luci alogene, hanno detto le autorità. “Ci aspettiamo di continuare le operazioni per le prossime 24-48 ore”, ha riferito Satya Pradhan, il capo della Forza di Risposta nazionale alle Calamità.

Da parte sua il primo ministro, Narendra Modi, ha detto che sta monitorando da vicino la situazione. “L’India è al fianco dell’Uttarakhand e la nazione prega per la sicurezza di tutti”, ha twittato dopo aver parlato con il primo ministro dello Stato.

La causa esatta del disastro rimane poco chiara. Un gruppo di scienziati è stato trasferito in aereo nell’area interessata per determinare con esattezza se le inondazioni sono state causate da una rottura glaciale, una valanga o una frana sul ghiacciaio. Mentre alcuni hanno affermato che l’incidente mostra il crescente impatto della crisi climatica, attivisti e scrittori locali hanno invece accusato le autorità per la costruzione intensiva di dighe e infrastrutture idroelettriche lungo i fiumi dell’Uttarakhand e sulle montagne. Decisioni che, a loro parere, stanno destabilizzando la fragile regione dell’Himalaya dal punto di vista ecologico, con conseguenti eventi meteorologici estremi.

Solo nello stato di Uttarakhand ci sono 550 dighe e progetti idroelettrici, con 152 grandi dighe già costruite o in costruzione. Nell’area colpita dall’alluvione, sono in funzione 58 impianti idroelettrici lungo i fiumi e i loro affluenti. Inoltre è in fase di costruzione anche una nuova strada tra le montagne per facilitare l’accesso dei turisti al famoso tempio di Kedarnath di Uttarakhand. I lavori hanno comportato l’esplosione nelle rocce e lo scarico di fango e macerie nelle acque.