Domani al via il processo di impeachment per Trump

Servirà il voto di 67 senatori per la condanna dell'ex presidente

FEB 8, 2021 -

New York, 8 feb. (askanews) – Sconfitto dagli elettori a novembre, incriminato due volte durante il suo mandato presidenziale, messo a tacere dalle piattaforme social e ora privato cittadino in Florida, Donald Trump tornerà nuovamente sulla scena martedì 9 febbraio quando il Senato valuterà se il 45 ° presidente degli Stati Uniti abbia intenzionalmente incitato l’assalto al Campidoglio e l’attacco alle istituzioni democratiche, lo scorso 6 gennaio. I difensori di Trump sosterranno che un processo di impeachment per un ex presidente è incostituzionale e che il discorso di Trump ai suoi sostenitori, dove li aveva invitati a combattere contro le frodi, non provate, delle elezioni sia stato solo un esercizio della sua libertà di parola.

Il processo dovrebbe essere relativamente breve, circa due settimane e prevede la presentazione delle prove da parte dei pubblici ministeri della Camera, la difesa da parte dei legali di Trump e il voto del Senato. A presiedere il processo di impeachment sarà il senatore Patrick Leahy, democratico del Vermont. Sarà richiesto il voto di 67 senatori per ottenere la condanna del presidente.

Il procedimento del Senato sarà diverso da quello che si svolge normalmente in un’aula di tribunale. I processi giudiziari si attengono in gran parte a un copione standard e uniforme. Al contrario, gli autori della Costituzione hanno autorizzato il Senato a elaborare le proprie regole. Questa possibilità di divergere dal protocollo ha introdotto modifiche nell’introduzione delle prove, nell’appello della difesa e nella condanna. Durante il processo di impeachment i senatori sono sia giudice che giuria e non due entità distinte, dove i giurati ascoltano le prove prima di emettere il verdetto e i giudici modellano il processo applicando le regole. I 100 membri del senato esplicano i due ruoli e infatti il leader della maggioranza al Senato, il democratico Charles Schumer e il capo della minoranza, il repubblicano Mitch McConnell stanno lavorando nel definire il procedimento in modo da rendere veloce il giudizio finale.

Sia nei processi in tribunale che in quelli al Senato, l’accusa deve dimostrare la propria tesi. Ma il concetto di “onere della prova” viene gestito in modo diverso, poiché non c’è un modo univoco di valutazione. Sono i senatori a decidere quale “onore della prova” vada sostenuto dai pubblici ministeri della Camera per dimostrare con successo la loro tesi e non sempre si tiene in considerazione la quantità di prove raccolte, i testimoni, la pertinenza e l’ammissibilità di una prova. Nei procedimenti di impeachment queste regole possono essere modificate da ciascuno dei membri del Senato. Inoltre tutti i senatori del GOP tranne cinque ritengono che il processo imminente sia incostituzionale poiché Trump non è più in carica e quindi potrebbe accadere che nessuna prova possa convincerli nel procedere alla condanna. Nel primo processo di impeachment per Trump, quando è emersa la questione di introdurre testimonianze dal vivo, il Senato si è trovato diviso e il senatore che presiedeva il processo ha stabilito che non fossero necessari e si è rifiutato di introdurli.

L’impeachment è un procedimento di natura politica e non giudiziaria. L’eventuale condanna di Trump non implicherà la perdita della libertà o delle proprietà e neppure il pagamento di una sanzione. Quando il presidente è in carica, la punizione si traduce nella rimozione dal suo incarico. In questo caso, qualora ci fosse una condanna, il Senato dovrebbe votare nuovamente per decidere la rimozione dai pubblici uffici. La sentenza di un processo per impeachment non può essere impugnata. Le possibilità di una condanna di Trump sono davvero ridotte, poiché i repubblicani che il prossimo anno si presenteranno per la rielezione temono di incorrere in una rovina politica qualora votassero contro l’ex presidente, ancora popolare e con un forte peso all’interno del partito.