Nagorno Karabakh, a Mosca focus su sviluppo economico

Ma restano irrisolte questioni cruciali a cominciare dallo status

GEN 11, 2021 -

Roma, 11 gen. (askanews) – L’incontro trilaterale a Mosca sul Nagorno Karabakh si è concentrato oggi sulla necessità di sviluppare economicamente la regione reduce dal secondo conflitto in 30 anni e l’intera area circostante, mentre restano sulla carta alcune delle questioni più delicate da risolvere, in particolare quello dello status della provincia che il diritto internazionale assegna all’Azerbagian e che l’Armenia considera a sua volta cruciale per la propria identità nazionale.

Convocato su iniziativa del presidente russo Vladimir Putin, l’incontro a tre con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e il premier armeno Nikol Pashinyan ha permesso di concordare “passi concreti per costruire legami economici e per lo sviluppo di progetti infrastrutturali”, ha detto lo stesso capo del Cremlino a conclusione dei colloqui, definendo la riunione “estremamente importante ed utile”. I leader azerbaigiano ed armeno si sono impegnati a presentare a breve dei concreti piani di sviluppo.

Aliyev ha sottolineato che dopo oltre 30 anni l’Azerbaigian attraverso il territorio dell’Armenia avrà un collegamento diretto con la repubblica autonoma del Nakhicevan (l’exclave azerbaigiana tra l’Armenia, la Turchia e l’Iran, ndr.) e l’Armenia sarà collegata attraverso il territorio azerbaigiano con una ferrovia alla Russia e all’Iran”. Questo corridoio è previsto dall’accordo per il cessate il fuoco dello scorso 9 novembre e promette sviluppi commerciali e strategici sino a poco tempo fa impensabili per i Paesi dell’area. compresa la Turchia, che, tramite il Nakhicevan, de facto avrà un collegamento di sbocco verso il Caspio

“Non nascondo che la realizzazione dei nostri accordi può del tutto cambiare l’assetto e il quadro della nostra regione e che le novità economiche possono portare a garanzie di sicurezza ancora più affidabili”, ha commentato a fine incontro Pashinyan, molto criticato in patria per avere firmato un’intesa vista dagli armeni come una resa quasi incondizionata a Baku.

Sotto forma di auspicio che “non ci saranno da parte armena tentativi di revisione della dichiarazione del 9 novembre”, il presidente azero ha messo in chiaro che gli 11 punti sottoscritti due mesi fa non si toccano e da lì si parte per tentare di risolvere le altre questioni in sospeso, a cominciare dallo status del Nagorno Karabakh. Oggi a Mosca non è stato trovato un accordo neppure sullo scambio di prigionieri di guerra, punto che Pashinyan ha definito “il più sensibile e doloroso”. Il premier armeno ha evidenziato che “restano ancora molte questioni da decidere e una di queste è lo status del Nagorno Karabakh”.