Le grazie di Trump: perdona “contractor” autori massacro in Iraq

Erano membri della compagnia Blackwater: uccisero 14 persone

DIC 23, 2020 -

Roma, 23 dic. (askanews) – Una decisione destinata a provocare sconcerto, quella del presidente Usa Donald Trump che, nel firmare 15 grazie, ha anche concesso il perdono a quattro “contractor” della compagnia di sicurezza privata Blackwater che, nel 2007, hanno massacrato 14 civili a Baghdad, compresi due bambini.

I quattro contractor – Paul Slough, Evan Liberty, Dustin Heard e Nicholas Slatten – aprirono il fuoco con armi pesanti nei confronti della folla in una piazza della capitale irachena, piazza Nissur, provocando lo sdegno nel paese mediorientale devastato dalla guerra civile e a livello internazionale.

Ad aprire il fuoco per primo fu Slatten, che fu condannato all’ergastolo. Gli altri tre, invece, a 30 anni di carcere. Ne hanno scontati finora soltanto sei.

Agenti dell’FBI che si erano recati in Iraq dopo il massacro per ricostruire quanto era accaduto, avevano parlato di una “My Lai irachena”, facendo riferimento al massacro di civili in un villaggio del Vietnam da parte di soldati americani nel 1968, per il quale fu condannato un solo militare a stelle e strisce.

Anche l’iter processuale, prima dell’arrivo al potere di Trump, era stato controverso. In un primo momento, infatti, il giudice federale aveva deciso di non procedere nei confronti dei mercenari. Questo aveva provocato la rabbia degli iracheni, di fronte alla quale l’allora vicepresidente Joe Biden (oggi presidente eletto, destinato a succedere a Trump il mese prossimo) aveva promesso una nuova inchiesta.

Questa aveva portato alla sentenza, che sanciva le responsabilità in uno degli episodi più raccapriccianti e criminali della storia irachena post-Saddam Hussein. La decisione di graziare i quattro, oltre a suscitare l’attesa gioia da parte dei sostenitori dei quattro, ha provocato la protesta dell’ACLU (American Civil Liberties Union).

Glenn Greenwald, il giornalista premio Pulitzer che ha fondato il sito The Intercept, ha definito la decisione “grottesca”. E ha ricordato la sorte di un altro “contractor” del governo americano, Edward Snowden, accusato di spionaggio per aver rilasciato i documenti della diplomazia Usa attraverso WikiLeaks di Julian Assange, per il quale invece non è in vista alcun perdono.

A creare sconcerto, poi, c’è un’altra circostanza. La BLackwater, che in seguito ha cambiato nome, era un’agenzia di security fondata da Erik Prince, un alleato di Trump e fratello della segretaria all’Eduvazione Betsy DeVos. E non è l’unico caso, tra questi 15 graziati, ad apparire legato alla cerchia trumpiana.

Un altro di questi è George Papadopoulos, ex esponente della campagna presidenziale di Trump, che è stato implicato nel Russiagate. Inoltre il perdono è arrivato anche per Alex Van der Zwaan, condannato a 30 giorni di prigione per aver mentito al consigliere speciale Usa Robert Mueller nella sua inchiesta sulla campagna elettorale di Trump nel 2016.

Sono stati, ancora graziati due ex parlamentari repubblicani. Chris Collins, primo mmebro del Congresso a sostenere Trump, e Steve Stockman del Texas, condannato nel 2018 per aver abusato di fondi per la solidarietà. Ha scontato due dieci anni di carcere.