Romania al voto domenica, i Liberali verso la riconferma al potere

Secondo i sondaggi sono in testa, Psd al secondo posto

DIC 4, 2020 -

Roma, 4 dic. (askanews) – La Romania va al voto domenica per scegliere il nuovo arco parlamentare e mentre il partito Liberale nazionale è destinato a restare al potere, secondo i sondaggi, il voto del 6 dicembre farà registrare diverse “prime volte” per Bucarest.

Tra i primati più rilevanti quello legato alle preferenze elettorali per i Socialdemocratici, che dopo anni di vittorie, stanno pagando carissimo nelle scelte dei votanti i turbolenti anni di governo, i tentativi di modificare la legge anticorruzione per evitare il carcere all’ex leader Liviu Dragnea. Inoltre, il Psd, deve vedersela con la crescente popolarità dell’Unione Salviamo la Romania (Usr) e il Partito Libertà, Unità e Solidarietà (Plus).

Per i romeni si tratta del quarto voto in appena 18 mesi: dopo le presidenziali, le europee nel 2019 e le municipali pochi mesi fa nel 2020. Il Pnl al governo potrebbe rafforzare l’ondata di consensi ottenuti nelle tre tornate precedenti, restando saldamente in carica.

Per i Liberali, inoltre, si potrebbe trattare della prima volta di una vittoria in solitaria, senza alleanze partititche, dalla sua rifondazione nel 1990. Il Pnl è stato il partito protagonista dei principali patti, scissioni e fusioni degli ultimi tre decenni in Romania. Secondo gli ultimi sondaggi il partito ottiene il 33% (rilevazione IRSOP), dato non sufficiente per governare da soli, ma abbastanza per essere leader della coalizione con Usr e Plus, rispettivamente movimento creato nel 2016 con il terzo posto nelle politiche e piccolo partito fondato dall’ex premier Dacian Ciolos.

Una ulteriore novità delle politiche 2020 sarà che il partito di governo resterà in carica oltre il voto, a differenza dei cambi all’esecutivo in tutte le fasi post-voto dopo il periodo comunista. Il Pnl ha preso il comando con un governo di minoranza a novembre dello scorso anno dopo un voto di sfiducia al governo socialdemocratico. Sono seguite settimane di incertezza, due cambi al vertice dell’esecutivo, fino a un secondo mandato di Ludovic Orban all’inizio della pandemia di coronavirus.

In base ai sondaggi il Psd resterà principale partito d’opposizione con il 30%, l’unione tra Usr e Plus raggiungerà il 17%, Pro Romania, piccolo partito fondato dall’ex premier socialdemocratico Victor Ponta è attestato al 7%. L’Unione dei magiari al 5% e il partito PMP, dell’ex presidente Traian Basesci al 3%.

Si vota sia in Romania che all’estero. I seggi per la diaspora, che nelle ultime tornate ha massicciamente bocciato il Psd e premiato Pnl e Usr, saranno aperti anche nella giornata di sabato 5 dicembre. In Italia, dove vivono e lavorano oltre 1,2 milioni di romeni, ci saranno 137 seggi elettorali (su un totale di 748 in tutto il mondo), tutti nel pieno rispetto delle misure sanitarie vigenti e del Protocollo sanitario di sicurezza del Ministero della Salute e del Ministero dell’interno.

All’estero possono votare solo i cittadini romeni con il domicilio o la residenza all’estero e gli elettori che votano all’estero eleggeranno quattro deputati e due senatori. Le votazioni si svolgeranno con il sistema informatico di monitoraggio della presenza al voto e prevenzione del voto illegale. All’estero, i seggi saranno aperti sabato 5 dicembre e domenica 6 dicembre; in Romania, si voterà soltanto domenica, 6 dicembre.

L’orario è lo stesso sia in Romania che all’estero: dalle 7.00 alle 21.00, con la possibilità di prolungare l’orario fino alle 23.59, se alle ore 21.00 ci dovessero essere ancora delle persone in attesa di esercitare il diritto di voto. Gli exit poll saranno disponibili alla chiusura delle urne, domenica alle ore 21.00. I risultati ufficiali saranno probabilmente disponibili la prossima settimana.