Cina, riunito Comitato centrale che decide nuovo piano quinquennale

Obiettivi per un quinquennio, visione per un quindicennio

OTT 26, 2020 -

Roma, 26 ott. (askanews) – E’ iniziata oggi a Pechino una riunione politica chiave per delineare la politica economica cinese dei prossimi cinque anni e la visione di sviluppo del prossimo quindicennio secondo le linee dettate dal presidente Xi Jinping. Il 19mo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese ha come principali punti all’ordine del giorno la definizione del 14mo Piano quinquennale e degli obiettivi strategici di lungo termine fino al 2035.

Di fronte a 200 componenti del Comitato centrale, il presidente Xi Jinping ha svolto la sua relazione, ponendo così le basi delle risultanze di questa riunione. Esiti che si conosceranno giovedì, quando verrà emesso un comunicato definitivo della riunione, mentre obiettivi e dettagli del piano quinquennale verranno resi noti nelle prossime settimane, anche perché la loro approvazione formale è appannaggio del Congresso nazionale del popolo, il “parlamento” cinese che di fatto ha una funzione prettamente formale.

Non è chiaro se verranno diffusi numeri specifici, in merito agli obiettivi. Ma è noto che Pechino punta a diventare nel prossimo decennio la più grande economia del mondo, superando anche l’Unione europea e gli Stati uniti, e a portare a un buon livello di benessere i suoi cittadini.

La riunione chiave viene in un momento particolare. La Cina appare in ripresa dopo lo scoppio della pandemia, che ha avuto a Wuhan la sua culla. Per quanto lontana dai risultati degli anni precedenti, dovrebbe collocare il suo Pil in territorio positivo, mentre la gran parte del mondo ancora alle prese con Covid-19 vedrà il segno meno di fronte agli indicatori di ricchezza nazionale.

Xi nei suoi ultimi discorsi ha voluto porre l’accento sulla necessità che la Cina diventi più autosufficiente. Questo vuol dire innovazione, energie rinnovabili e soprattutto una nozione definita “circolazione duale”. Che indica sostanzialmente una doppia spinta ad allargare il mercato interno, mentre si continua a espandere quello esterno. Si tratta di una nozione importante per Pechino, che ha già riallineato i due mercati, tanto che oggi, secondo il Global Times, il 57 per cento della crescita del Pil ogni anno viene dai consumi interni.

Il tema è quello di evitare le fluttuazioni internazionali, i fattori di rischio, avendo un solido mercato interno per rendere stabile la crescita. Una certa eco, probabilmente, alla guerra commerciale dura perpetrata dall’amministrazione Trump nei confronti dell’export cinese.

Il 14mo Piano quinquennale viene dopo che il 13mo ha fallito, sia pur di poco, nel raggiungimento dell’obiettivo storico di raddoppiare il Pil cinese entro il 2020. Per farlo la Cina avrebbe avuto bisogno quest’anno di un incremento del reddito nazionale del 5,5 per cento. A fermarlo è stato l’inciampo – un pesante inciampo, invero – del Covid-19, per cui la crescita cinese di quest’anno sarà del 2-3 per cento. Ma è riuscito a far superare al Pil pro capite la cifra di 10mila dollari, portando il paese vicino a sradicare la povertà estrema.

Il nuovo piano intende anche operare sulla qualità della crescita. Da poco Xi ha enunciato l’impegno di Pechino di raggiungere lo stato di carbon-neutral entro il 2060. Lo scorso anno la quantità di energia prodotta da fonti non fossili – secondo uno studio dell’Università Tsinghua – era del 15 per cento. La stima è che, per raggiungere l’obiettivo del 2060, debba crescere al 20 per cento entro il 2025, al 62 per cento nel 2050, all’84 per cento nel 2060. Il rimanente carbonio prodotto dovrebbe essere catturato e stoccato, operazione per la quale bisognerà sviluppare delle specifiche tecnologie.