Il COVID-19 deprime il Giappone: tornano a crescere i suicidi

Da tre mesi aumentano, dopo che per 10 anni erano andati giù

OTT 13, 2020 -

Roma, 13 ott. (askanews) – Il Giappone, che per diversi anni ha visto il dato sui suicidi calare, sta registrando quest’anno di crisi pandemica una preoccupante impennata. L’Agenzia nazionale di polizia ha segnalato che nel mese di settembre 1.805 persone si sono tolte la vita, con un incremento di 146, cioè l’8,6 per cento, rispetto all’anno precedente.

In particolare, suscita preoccupazione il dato dei suicidi tra le donne, che sono stati a settembre 639, con un incremento del 27,5 per cento rispetto al totale. Il numero dei suicidi maschi – 1.166 – si è tenuto sostanzialmente costante.

La polizia giapponese ha segnalato che sono ormai tre mesi consecutivi che il dato dei suicidi è in crescita. Secondo il ministero della Sanità giapponese, l’incremento potrebbe essere collegato all’ansia per l’epidemia COVID-19, oltre che all’isolamento e alla perdita dei rapporti interpersonali dovuta al distanziamento richiesto per affrontare l’epidemia.

Inoltre, l’incremento dei suicidi è, secondo il ministero, anche probabilmente legato alla crisi economica da essa provocata, che ha fatto perdere a molti il posto di lavoro.

Il Giappone è uno dei paesi che più apertamente rileva e dà notizia dei suicidi. Lo scorso anno, per la prima volta dal 1981, il numero totale dei suicidi era sceso sotto quota 20mila (19.959). Per dieci anni consecutivi questo dato era andato in territorio negativo. Il picco era stato registrato nel 2003, quando il numero di persone che si erano tolte volontariamente la vita era stato di 34.427.