Per tutto il mese a IIC Parigi prima mostra francese di Scheggi

Un protagonista della neo-avanguardia italiana

OTT 1, 2020 -

Roma, 1 ott. (askanews) – Inizia oggi e continuerà fino al 30 ottobre a Parigi, presso l’Istituto italiano di cultura, una mostra dedicata all’artista italiano Paolo Scheggi.

Paolo Scheggi, protagonista della neo avanguardia italiana degli anni ’60, affonda le radici della sua ricerca artistica nel Rinascimento fiorentino, evolve nel clima dello spazialismo di Lucio Fontana e si impregna della cultura fenomenologica ed esistenzialista francese.

Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni pubbliche italiane ed internazionali, fra cui la collezione Peggy Guggenheim a Venezia e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Nato a Settignano, Scheggi si formò all’Istituto Statale d’Arte e all’Accademia di Belle Arti della città.

Nel 1960 fondò la rivista d’arte e letteratura “Il malinteso”. Si trasferì l’anno seguente a Milano , entrando a far parte del mondo culturale della città.

Le sue ricerche, fortemente interdisciplinari, si rivolsero particolarmente a problematiche legate alla visione, al rapporto tra reale e virtuale Sua la famosa serie di superfici forate sovrapposte.

Tra gli artiti a lui affini, tra gli altri, Vincenzo Agnetti, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani.

Importanti furono anche gli scambi e le collaborazioni con gruppi internazionali (Gruppo Nul, Gruppo Zero, Nove Tendencjie).

Nel 1965 entrò nella redazione della rivista Marcatré.

Nel 1966 fu presente alla XXXIII Biennale di Venezia dove presentò quattro Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu, e al XXI Salon de Réalités Nouvelles al Musée d’art moderne de la ville de Paris.

Importanti sono anche le ambientazioni, che lo portarono a collaborare con il mondo della moda, del teatro, del cinema: in esse la modularità dei suoi quadri viene estesa allo spazio come accade, per esempio, nell’Intercamera plastica allestita alla Galleria del Naviglio di Milano nel 1967.

Nello stesso anno fu esposto a Foligno nella rassegna Lo spazio dell’immagine, e la scenografia del Festival di Sanremo omaggia le sue Intersuperfici.

Nel 1969 gli venne assegnata la cattedra di Psicologia della forma all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. L’anno seguente partecipò alla collettiva “Amore mio” organizzata da Achille Bonito Oliva in Palazzo Ricci a Montepulciano. Nello stesso anno partecipò in “Vitalità del negativo nell’arte italiana” 1960/1970 a Roma, per rappresentare insieme a Castellani, Colombo e De Vecchi la linea dell’arte programmata con esiti ambientali.

“Paolo Scheggi. Al di là della tela”, organizzata in collaborazione con Tornabuoni Art e l’Archivio Paolo Scheggi, è la prima mostra francese dedicata all’artista dalla sua partecipazione nel 1967 alla V Biennale de Paris.

Attraverso la selezione di Zone riflesse e Intersuperfici bianche, blu e rosse, l’esposizione racconta la sua avventura creativa e umana.

Presenti all’inaugurazione della mostra Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou Metz, e Michele Casamonti di Tornabuoni Art. Con la partecipazione video di Luca Massimo Barbero, autore del catalogo ragionato dell’artista, Massimiliano Gioni, critico d’arte e curatore, Ilaria Bignotti, coordinatrice scientifica dell’Archivio Paolo Scheggi e Cosima Scheggi, Presidente dell’Archivio Paolo Scheggi.