Giappone sospende dispiegamento sistema missilistico made in Usa

Una mossa che potrebbe irritare Washington

GIU 16, 2020 -

Roma, 16 giu. (askanews) – La notizia è di quelle che, apparentemente, interessano solo le persone più addentro alle questioni di geopolitica asiatica, ma in realtà è calata in un contesto in cui le tensioni sono sempre crescenti e così la rapidità dei cambiamenti nei rapporti di forza. Il Giappone ha annunciato, per bocca del suo ministro della Difesa Taro Kono, di sospendere al piano di dispiegamento del sistema di difesa missilistico Aegis Ashore, di costruzione Usa.

Kono ha dato l’inatteso annuncio motivandolo con problemi di natura tecnica ed economica. “Alla luce del costo e del tempo necessario per il dispiegamento, noi fermeremo il processo”, ha spiegato il ministro della Difesa giapponese, aggiungendo che il primo ministro Shinzo Abe è stato informato della decisione. E ci mancherebbe altro: si tratta di una questione di sicurezza ma anche importante nelle relazioni col principale alleato, gli Stati uniti.

Il governo giapponese aveva deciso nel 2017 di dispiegare due batterie di Aegis Ashore nell’Arcipelago. Tokyo ha già dotato le sue Forze di autodifesa marittime di sistemi Aegis montati su nave da guerra, ma per lungo tempo ha trattato con gli Usa per il dispiegamento anche del sistema di superficie.

Con questa decisione, il governo si è mostrato sensibile alle proteste degli enti locali e delle popolazioni, che proprio non volevano queste attrezzature militari nei loro territori, che sarebbero diventati potenziali obiettivi in una eventuale escalation in una delle regioni più ad alta tensione del mondo. Inoltre i residenti erano preoccupato per gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico prodotto dal radar Aegis Ashore.

Il governo giapponese ha già speso quasi 2 miliardi di dollari per l’acquisto degli equipaggiamenti ed era praticamente a metà della spesa.

La decisione di Kono, comunque, non chiude del tutto la porta ad Aegis Ashore. Il Consiglio nazionale di sicurezza giapponese dovrà discutere la questione, ha spiegato oggi in una conferenza stampa il portavoce del governo Yoshihide Suga.

Il governo giapponese, con questa decisione, sta probabilmente testando quanto il presidente Usa Donald Trump intenda spingere su questo tasto. L’alleato americano è in questo momento fortemente impegnato nel conflitto verbale e commerciale con la Cina, oltre che con le preoccupazioni interne (nuovo coronavirus e rivolte interne). Inoltre si trova in vista di elezioni presidenziali.