Gb, abbattimento statua schiavista accende dibattito sul razzismo

E compare scritta "era un razzista" sotto statua Churchill

GIU 8, 2020 -

Roma, 8 giu. (askanews) – L’abbattimento della statua di un antico mercante di schiavi a opera dei manifestanti anti-razzisti nella cittadina portuale inglese di Bristol ha riacceso il dibattito sul’eredità dei capitoli più oscuri della storia della Gran Bretagna. La statua di Edward Colston, che nel XVII secolo fece fortuna con il traffico di schiavi dall’Africa occidentale, è stata strappata dal piedistallo e gettata nel porto di Bristol da un gruppo di manifestanti che pendevano parte all’ondata di proteste antirazziste che sta attraversando il mondo.

Le statue di figure chiave del passato imperialista britannico sono state oggetto di controversie negli ultimi anni tra chi sostiene che rispecchino semplicemente il passato e chi afferma che glorificano il razzismo. Colston fece molte donazioni a cause benefiche nella città natale di Bristol, che ha battezzato con il suo nome una via e vari edifici. Negli ultimi anni c’è stata una partecipata campagna per rimuovere la sua statua, ma le autorità locali non si sono fatte convincere.

Passando alle vie di fatto i manifestanti hanno alimentato un dibattito finora confinato a qualche marcia di protesta, petizione o editoriale di giornale e le opinioni sul loro gesto si sono subito rivelate profondamente divise.

La ministra degli Interni Priti Patel ha definito l’abbattimento una distrazione “totalmente sciagurata” dalla causa dei manifestanti, mentre il sottosegretario alle forze di polizia Kit Malthouse ha attaccato “l’orda che arriva e fa quel che vuole”. Il sindaco di Bristol, Marvin Rees, ha detto a Channel 4 che non sostiene i disordini, ma la comunità deve fare i conti con questioni complesse che non hanno soluzioni univoche. “Non potrei mai fingere che la statua di uno schiavista nel cuore di Bristol, la città in cui sono cresciuto, una persona che potrebbe essere stato il proprietario di uno dei miei avi, non sia un affronto personale per me” ha detto Rees, che ha origini giamaicane.

La polizia di Bristol ha spiegato di non essere intervenuta per una scelta tattica, con l’obiettivo di evitare di esarcerbare gli animi. “Se sono dispiaciuto per il fatto che la gente ha danneggiato una delle nostre statue, ne comprendo i motivi, è molto simbolica” ha detto alla Bbc il capo della polizia locale Andy Bennett.

Anche l’eroe nazionale britannico della Seconda Guerra Mondiale, Sir Winston Churchill, non è stato risparmiato dai manifestanti. Sul piedistallo in pietra di una sua statua in Parliament Square a Londra ieri è comparsa la scritta con bomboletta spray “era un razzista”.

Churchill espresse opinioni razziste e antisemite e i suoi detrattori lo accusano per aver negato aiuti alimentari all’India durante la carestia del 1943, che uccise due milioni di persone. Molti britannici pensano che gli aspetti più oscuri e controversi della sua eredità dovrebbero essere portati alla luce.

Il dibattito britannici riecheggia quello sulle statue dei generali confederati della Guerra Civile negli Usa, o quello che si è scatenato in Sudafrica, dove l’università di Città del Capo ha rimosso la statua del colonialista britannico Cecil Rhodes nel 2015. La fortunata campagna sudafricana “Rhodes Must Fall” ha ispirato un analogo movimento presso l’Oriel College dell’università di Oxford. Ma nel 2016 il college ha scelto di tenere la statua di Rhodes, “importante testimonianza della complessità della storia e dell’eredità del colonialismo ai giorni nostri”.