Coronavirus, il Belgio il Paese con la maggiore letalità

Il più elevato indice di decessi per milione di abitanti

APR 27, 2020 -

Roma, 27 apr. (askanews) – La letalità del coronavirus è difficile da misurare, non essendovi statistiche precise sul numero effettivo di contagiati: l’unico dato disponibile è quello dei decessi per milione di abitanti, sempre però con il caveat che i criteri di classificazione non sono né omogenei fra i vari Paesi né all’interno di ogni singola amministrazione sono stati sempre coerentemente rispettati lungo tutto l’arco dell’epidemia.

Nella classifica fornita dal sito di Worldometer figurano molti mini-Stati in cui il rapporto contagi popolazione è molto elevato data l’esiguità della prima: San Marino, ad esempio, con 538 casi accertati e 48 decessi, ha un indice di morti per milione pari a 1.208, l’unico caso a quattro cifre.

Passando a casi statisticamente più significativi, al secondo posto il Belgio ha un indice di 622: le autorità belghe tuttavia rimarcano come la loro sia la classificazione più precisa che copre tutte le morti, anche quelle sospette in cui non è stato effettivamente eseguito un tampone; una procedura che probabilmente riflette più fedelmente l’effettiva presenza del virus nelle persone decedute (tralasciando il problema della causalità diretta).

Andorra, per cui vale lo stesso discorso di San Marino, precede la Spagna (516 contro 496): quest’ultima rappresenta uno dei casi in cui alcune Comunità Autonome (regioni), come la Catalogna, hanno cambiato in corsa i criteri di classificazione, modificando al rialzo il numero dei decessi legati al coronavirus – criteri che non tutte le amministrazioni locali hanno tuttavia adottato; il risultato è una probabile sottostima delle vittime anche nei limiti dell’incertezza intrinseca nel sistema di conteggio.

A seguire l’Italia, la Francia e la Gran Bretagna, rispettivamente con 441 (ma mancano ancora i dati odierni), 350 e 305. Riguardo al nostro Paese, l’anomalia statistica è rappresentata dal fatto che l’Italia centromeridionale (escluse le Marche) presenta un indice di mortalità non dissimile da quello tedesco (pari a 71, ipotizzando una similitudine dei criteri di classificazione tutt’altro che scontata).

In tripla cifra sono saliti anche gli Stati Uniti (167), mentre sotto la media globale (pari a circa 26) vi sono ancora il Brasile (20), la Russia (5) la Cina e l’Indonesia (3) e l’India (0,6) – quasi tutti casi in cui per un motivo o per l’altro la veridicità dei dati è contestabile.

Identico discorso vale per alcuni dei Paesi dove fino ad ora non si sono registrati ufficialmente decessi legati al coronavirus: territori in cui vi è una situazione palese o larvata di guerra in corso (Yemen, Sud Sudan) o dove la trasparenza delle autorità non può essere data per scontata (Vietnam e Mongolia).

Mgi MAZ