Coronavirus, in Giappone in carcere chi specula su mascherine

Scandalo: consigliere comunale le rivendeva a prezzi moltiplicati

MAR 10, 2020 -

Roma, 10 mar. (askanews) – Il Giappone metterà in carcere chi rivende a prezzi gonfiati le mascherine. L’agenzia di stampa Kyodo riferisce che il governo ha annunciato che renderà punibile con un anno di prigione e un milione di yen (circa 8mila euro) di multa chi effettua questo tipo di speculazione.

La nuova norma avrà effettoa partire da 15 marzo. Sarà consentito rivendere le mascherine, a patto che il prezzo sia lo stesso al quale sono state acquistate o anche inferiore.

“Vogliamo garantire che il consumatore medio possa venire in possesso delle mascherine”, ha spiegato un funzionario. Le nuove norme si baseranno su quelle stabilite negli anni ’70 ai tempi dello shock petrolifero.

Il governo affronta così un problema che si è manifestato quando sono cominciate a mancare le mascherine e sono apparse sui siti di e-commerce a prezzi esorbitanti.

Emblematico il caso del consigliere comunale dell’importante città di Shizuoka, Horiyuki Morota: ha venduto pacchetti da 2mila mascherine via aste online a prezzi tra 30mila e 170mila yen (253-1.430 euro). In seguito si è scusato. Paradossalmente, però, nonostante l’evidente e ammessa speculazione, il consigliere non sarebbe stato condannato neanche con la nuova regola: gestisce una società di commercializzazione e, quindi, non può essere considerato un “reseller”.