Carcere a chi diffonde “voci” sull’epidemia di coronavirus

Giro di vite, con pena di morte contro "untori" volontari

FEB 4, 2020 -

Roma, 4 feb. (askanews) – In Cina diversi tribunali stanno adottando la linea dura nei confronti di chi non aderisce alle regole in un momento di epidemia. In particolare, la linea più dura è stata assunta dall’Alta Corte di Heilongjiang: ha adottato un regolamento 15 anni di carcere per chi diffonde “voci” sull’epidemia allo scopo di sovvertire l’ordine costituito e la pena di morte per chi è scoperto a diffondere intenzionalmente il coronavirus. Non è truttavia chiaro cosa si intenda per diffusione intenzionale. Lo scrive oggi il South China Morning Post.

La corte di Heilongjiang ha inoltre deciso che, per coloro che rifiutano la quarantena, saranno applicate pene detentive per un massimo di sette anni. L’Alta Corte di Pechino ha anche garantito che combatterà il traffico di farmaci contraffatti.

Tuttavia la Cina ha ordinato anche alle linee aeree di non sospendere i voli da e per i paesi stranieri che non abbiano imposto un divieto ai viaggiatori cinesi. “Allo scopo di rispondere alle necessità dei passeggeri dentro e fuori il Paese, e per garantire gli approvvigionamenti in questo particolare periodo, l’amministrazione chiede alle linee aere – al di là del taglio del numero di voli dovuto alla domanda di mercato – di garantire la continuità dei trasporti verso nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio”.

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