Tecnologie riconoscimento facciale, allarme dal boss di Google

Il paese con la sorveglianza più stretta è la Cina

GEN 21, 2020 -

Roma, 21 gen. (askanews) – Le nuove tecnologie di riconoscimento facciale pongono problemi etici e connessi alle libertà civili tali che sarebbe necessaria una moratoria mentre le autorità regolative valutano il rischio e mettano in campo nuove coordinate normative. L’esigenza è stata espressa da una voce autorevole nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), forse la più autorevole: il numero uno di Alphabet (la società che controlla Google) Sundar Pichai.

Il messaggio di Pichai è stato inviato a diversi destinatari, ma quello più importante e più sbilanciato su questo fronte appare essere la Cina, che già usa estensivamente queste tecnologie e che è stata criticata per il sistema di sorveglianza messo in campo in aree delicate come la provincia a maggioranza uiguro-musulmana del Xinjiang.

“Il riconoscimento facciale è gravido di rischi. Penso sia importante che la regolamentazione dominante affronti la questione al più presto possibile”, ha affermato Pichai parlando a Bruxelles in un evento organizzato da un think tank, secondo quanto riferisce il Financial Times. “E’ importante – ha continuato – che i governi siano coinvolti. Può essere immediata ma forse c’è un periodo di attesa prima che noi realmente pensiamo a come si possa usare” questa tecnologia.

La questione della moratoria non è nuova e negli USa ci sono città come San Francisco e Oakland che hanno vietato l’utilizzo alle autorità pubbliche. Invece la Cina sta puntando fortemente su queste tecnologie e intende diventare la potenza dominante del settore AI e delle tecnologie di riconoscimento facciale in particolare.

La Repubblica popolare è il paese con più camere destinate al riconoscimento acciale al mondo. Da qualche mese la città di Zhengzhou, capitale della provincia di Henan, ha in funzione un sistema (per ora volontario) che consente di utilizzare il riconoscimento facciale per il pagamento automatico dei biglietti della metropolitana. Un nuovo regolamento, inoltre, richiede la scansione del volto di coloro che acquistano schede Sim per i telefoni cellulari.

Uno studio pubblicato a dicembre dalla Comparitech, una società di cybersecurity, ha indicato nella Cina il paese “peggiore al mondo” per il suo utilizzo estensivo di videocamere di sorveglianza: il ministero della Pubblica sicurezza di Pechino ha detto che quest’anno ve ne saranno in funzione 626 milioni. A Chongqing, in particolare, ci sono 168 camere di sorveglianza ogni 1.000 abitanti. Per fare un paragone, a Londra sono 68.

Questa pressione biometrica sta provocando preoccupazioni nei cinesi. Un recente sondaggio del Nandu Personal Information Protection Research Center ha rilevato, su un campione di 6.152 persone, un 57 per cento di persone preoccupate del fatto che i loro movimenti possano essere monitorati, un 84 per cento cher vorrebbe poter rivedere i dati raccolti daisistemi di riconoscimento facciale in modo da poterne richiedere la cancellazione.