Minori a rischio nell’hotspot di Samos, Corte Ue: trasferirli

Accordate misure ad interim per 5 ragazzi non accompagnati

GEN 3, 2020 -

Roma, 3 gen. (askanews) – La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha accordato una soluzione immediata per salvaguardare l’integrità fisica e psicologica di cinque minori profughi non accompagnati, presenti sull’isola di Samos, in Grecia, a seguito dell’appello lanciato dalla sezione legale del Greek Council for Refugees (GRC), in collaborazione con ASGI, Still I Rise e Medici Senza Frontiere.

Il procedimento avviato lo scorso 24 dicembre – si legge in una nota – si appella all’art.39, interim measures, del Regolamento di procedura della Corte Europea e per la prima volta si focalizza sui minori non accompagnati (MSNA) di Samos: il governo greco dovrà disporre il loro tempestivo trasferimento in un luogo sicuro, nel rispetto dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti.

Le associazioni denunciano, infatti, la costante situazione disumana in cui versano i MSNA sull’isola di Samos, con conseguenze fisiche e psicologiche devastanti: la lunga permanenza nel Centro di Ricezione e Identificazione (RIC) e negli accampamenti abusivi circostanti rappresenta un rischio reale di danni irreparabili per le vite di questi minori. Qui risultano attualmente accampate 7.497 persone, in uno spazio pensato per 648. Bambini e adolescenti sono continuamente esposti alla violenza: lotte, tensioni e rivolte sono frequenti nell’hotspot, con un reale rischio di sfruttamento e abuso.

Anche la cosiddetta “Sezione Minori” all’interno del RIC di Samos è completamente inadeguata: nonostante il presunto controllo della polizia all’ingresso, gli adulti hanno facile accesso all’area. Stress, ansia, disperazione, senso di umiliazione con conseguenze particolarmente traumatiche sono tra gli effetti deleteri registrati in questi minori a causa della loro forzata e prolungata permanenza.

“Siamo incredibilmente grati alla Corte per questa misura provvisoria, in attesa della sentenza. È da anni ormai che migliaia di minori vivono in queste condizioni di vita allucinante e illegale nell’hotspot di Samos”, afferma Giulia Cicoli, cofounder di Still I Rise. “Siamo tutti felicissimi per questi cinque ragazzi, che ora dovranno essere trasferiti in un centro per minori adeguato, ma ci sono altri 400 minori qui che versano nelle stesse condizioni e circa 2000 sulle cinque isole greche. È arrivato il momento che altri Stati europei facciano la propria parte, prendendo volontariamente questi bambini e ragazzi. Che Europa saremmo, altrimenti?” Red-Coa/Kat