La storia del commesso costretto a fingersi gay

In un esclusivo negozio di borse

GEN 1, 2020 -

Roma, 1 gen. (askanews) – Un commesso costretto a fingere di essere omosessuale per non perdere il suo posto di lavoro in un esclusivo negozio di borse nel Regno Unito ha ottenuto un risarcimento di 7.800 sterline (circa 9.250 euro). Lo riporta in un articolo il Mirror. A Daniel Hart, 31 anni, è stato suggerito di mentire alla sua datrice di lavoro della boutique Amon, a Gateshead (Tyne and Wear), intenzionata ad assumere solo donne e uomini gay. Hart, che si professa bisessuale, ha dichiarato: “Mi è stato detto di restare calmo perchè sarei stato licenziato se fossi stato scoperto. Ho dovuto fingere che fossi omosessuale, anche se non lo sono. È stato umiliante dover nascondere quello che sono soltanto per non perdere il lavoro”.

In tribunale è stato sottolineato come i colleghi avessero messo in guardia Daniel che il suo capo, Linda Zhang, “non ama gli uomini che lavorano nel negozio a meno che non siano gay”. Il vicedirettore aveva inoltre ricevuto istruzioni di non assumere “persone di colore”. Hart ha citato in giudizio l’azienda Birmingham Neoglory Ltd, Zhang e un altro superiore, Karen Price, per discriminazione. La responsabile avrebbe detto a un altro dipendente: “Qualunque cosa tu faccia, non dire a Linda che Dan è bisessuale. Questo porterebbe a un’unica cosa, che se ne dovrebbe andare. È Linda di cui stiamo parlando, tieni la bocca chiusa”. (Foto da social).

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