Think tank: Usa non più egemoni nell’Indo-Pacifico

Washington sta perdendo competizione strategica con Cina

AGO 20, 2019 -

Roma, 19 ago. (askanews) – Gli Stati uniti non sono più la potenza egemone nell’area Indo-Pacifico, a fronte di una Cina sempre più assertiva ed efficiente, e per mantenere un grip sulla regione dovrebbe incrementare le capacità di difesa collettiva con i suoi alleati regionali, a partire dal Giappone. Lo sostiene uno studio diffuso dal think tank United States Studies Center (USCS), che è attivo presso l’Università di Sidney.

Secondo il rapporto, le forze Usa non sono preparate alla competizione tra potenze nella regione, per il combinato disposto di diversi fattori: il focus sui conflitti in Medio Oriente, l’austerity nei budget della difesa, la mancanza di investimenti nelle capacità militari e l’eccessiva ambizione nell’agenda di costruzione di un mondo liberale da parte degli Usa.

“La Forza congiunta Usa – cioè la forza combinata dei suoi cinque servizi militari – non ha più le risorse, la struttura, la leva tecnologica o i contatti operativi per assolvere pienamente i suoi impegni globali”, si legge nel rapporto. “La sua capacità di trovare equilibri regionali di potere favorevoli – continua – che disincentivino le grandi potenze sfidanti è sempre più in dubbio”.

Il rapporto segnala che, mentre nel 1995 gli Usa e i suoi alleati erano responsabili dell’80 per cento della spesa mondiale per la difesa, oggi questa quota è scesa al 52 per cento.

La Strategia di difesa nazionale Usa del 2018, in qualche modo, ha cercato di rimettere le cose nel corso giusto, riallineando la priorità strategica sulla competizione tra potenze statuali rispetto al precedente focus sul terrorismo transnazionale. In particolare, come minaccia, il documento ha individuato la Cina.

Pechino ha talmente rafforzato i suoi sistemi anti-intervento Usa, da essere in grado di utilizzare una forza limitata per imporre dei fatti compiuti prima che gli Usa possano rispondere. Questa situazione potrebbe essere “devastante” per l’equilibrio di poteri nell’Indo-Pacifico e “per la stabilità della rete di alleanze americana”. In particolare, la politica di proiezione cinese, che punta a costruire una catena insulare di difesa, in una crisi, potrebbe portare Pechino a occupare le isole Ryukyu, che sono territorio giapponese, che darebbe alle forze cinesi un enorme vantaggio, da un punto di vista militare.

L’incapacità Usa di proteggere il territorio degli alleati, potrebbe “esacerbare le crescenti preoccupazioni sulla capacità e volontà dell’America di agire come garante della sicurezza nella regione”, spiega il rapporto. E questo potrebbe “erodere la volontà degli alleati di sostenere e contribuire al mantenimento della posizione strategica americana nella regione”.

A questo scopo, il think tank suggerisce agli Usa di procedere con un’integrazione della capacità di difesa e deterrenza collettive con gli alleati regionali – a partire dal Giappone e Australia – per controbilanciare una Cina sempre più capace di contendere loro una primazìa regionale durata ormai più di 70 anni.