Turchia, ambasciatore: Paese ancora colpito da golpe del 2016

"Chiediamo ancora estradizione Gulen agli Usa"

LUG 11, 2019 -

Roma, 11 lug. (askanews) – Il tentato golpe del 15 luglio 2016 in Turchia è ancora una ferita aperta, un evento scioccante nella memoria del popolo turco e delle autorità del Paese che da tre anni hanno avviato la ricerca dei responsabili attraverso un’indagine poderosa che ha esteso le sue propaggini oltre confine, con la richiesta di estradizione di quella che Ankara ritiene la mente del colpo di stato, l’ex imam in esilio negli Stati Uniti Fetullah Gulen. Nel fallito golpe sono morte 251 persone e altre 2.000 sono rimaste ferite.

“Abbiamo subito chiesto l’estradizione, compilato i documenti e parlato con i partner a Washington e aggiungiamo prove di continuo alla nostra domanda – ha spiegato nel corso di un briefing per la ‘Giornata della democrazia e l’unità nazionale’, che si celebra il 15 luglio, l’ambasciatore turco a Roma Murat Salim Esenli – Chi è responsabile del tantivo di colpo di stato dovrà essere processato, dovrà rispondere davanti a un tribunale e potrà difendersi, come prevedono gli alti standard della giustizia turca. Come tutti gli altri incriminati, potrà farlo anche Gulen”.