Pechino tira freno sugli investimenti: crollo nel primo semestre

Il calo soprattutto attribuibile alle aziende di stato

LUG 11, 2019 -

Roma, 11 lug. (askanews) – La Cina ha premuto sul freno per quanto riguarda gli investimenti in Europa e negli Stati uniti nella prima metà dell’anno. A rivelarlo è uno studio di Baker McKenzie, uno studio legale, secondo il quale compagnie cinesi hanno investito nelle economie avanzate soltanto 12,3 miliardi di dollari.

L’anno sembrava iniziato in maniera forte, con il completamento di due mega-accordi nel settore degli oleodotti, ma poi c’è stato un fortissimo rallentamento: in Europa gli investimenti hanno raggiunto i 9 miliardi id dollari, in Nordamerica i 3 miliardi. Dati molto lontani dai picchi, che sono stati nel primo semestre del 2017 per l’Europa, con 53,9 miliardi i dollari, e nel secondo semestre del 2016 in Nordamerica con 28,4 miliardi di dollari.

In generale, gli investimenti cinesi in tutto il mondo hanno registrato nella prima metà di quest’anno un crollo del 60 per cento, con un totale di 20 miliardi di dollari.

“In un contesto geopolitico turbolento, i manager cinesi sono diventati più selettivi nei loro investimenti e negli accordi”, ha spiegato Tracey Wut di Baker McKenzie. “C’è – ha continuato – ancora molto capitale cines che cerca casa globalmente, ma quello che gli investitori cinesi non vogliono fare è comprare rischio politico e regolatorio in un contesto esterno incerto”.

Il calo degli investimenti è attribuibile in particolare alle aziende di stato cinesi. Il 94 per cento della spesa per investimenti all’estero totale è attribuibile all’impresa privata.