Repressioni in Sudan, opposizione: inchiesta militari “una menzogna”

E ribadisce che campagna di "disobbedienza civile" continuerà

GIU 11, 2019 -

Roma, 11 giu. (askanews) – L’inchiesta annunciata ieri dalla giunta militare che governa il Sudan per indagare sulla strage di oltre 100 manifestanti compiuta nei giorni scorsi per sgombrare con la forza un sit-in di protesta a Khartoum “è una menzogna per assorbire l’ira del popolo”. E’ l’accusa lanciata oggi dall’opposizione che ha ribadito che la campagna di disobbedienza civile lanciata domenica scorsa “proseguirà”.

In un comunicato diffuso sul proprio account Twitter, il Raggruppamento dei Professionisti Sudanesi” (RPS), che guida le proteste ha ribadito il proseguimento della campagna di disobbedienza civile “fino alla caduta del Consiglio militare golpista e delle sue milizie e al trasferimento del potere ad una autorità civile”.

Ieri la giunta militare al potere dall’esautoramento del presidente Omar al Bashir lo scorso 11 aprile, ha annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta per indagare sulle strage aggiungendo di “l’identificazione e l’arresto di alcuni militari coinvolti”.

“La pubblicità che il Consiglio militare data alla menzogna della commissione d’inchiesta sulla carneficina non è altro che un tentativo per sottrarsi dal crimine, guadagnare tempo e assorbire l’ira delle masse del nostro popolo”, ha detto RPS.