Summit arabo condanna “ingerenza” Iran, ma l’Iraq contesta

Teheran: comunicato finale non sottoscritto da tutti

MAG 31, 2019 -

Roma, 31 mag. (askanews) – Il summit dei leader arabi tenuto ieri alla Mecca ha condannato “l’ingerenza” dell’Iran negli affari interni dei Paesi della regione sottolineando il diritto dell’Arabia Saudita a difendere il proprio territorio. Una condanna contestata dall’Iraq che ha messo in guardia da una guerra nella regione, come ha dichiarato dal segretario generale della Lega Araba, Ahmad Abu al Gheith in diretta tv. Da parte sua Teheran, respingendo le accuse, ha affermato che i comunicato finale del vertice “non rappresenta le posizioni di tutti i Paesi membri”.

Dietro richiesta di Riad, tra ieri e oggi, alla Mecca sono stati tenuti tre vertici: Uno del Consiglio dei Paesi del Golfo (GCC), l’altro della Lega Araba che sono stati tenuti ieri e il terzo, che si tiene oggi, dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC). Tre incontri per creare un fronte arabo e musulmano unito su una posizione comune contro il regime iraniano accusato di essere, anche se indirettamente, dietro l’attacco compiuto lo scorso 14 maggio dai ribelli yemeniti filo iraniani ad un oleodotto strategico saudita ed a un tentativo di sabotaggio di due petroliere saudite il giorno prima nello Stretto di Hormuz.

Nel comunicato finale è stato condannato “il proseguimento del lancio di missili balistici di produzione iraniana” definito “una minaccia alla sicurezza nazionale araba”, come ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale saudita SPA. Nel stesso comunicato si sottolinea che “gli Stati arabi appoggiano qualsiasi misura che sarà intrapresa dall’Arabia Saudita contro quelle aggressioni nel quadro della legalità internazionale”.

La Risposta dell’Iran non si è fatta attendere. In un comunicato del ministero degli Esteri riportato dall’agenzia ufficiale Irna, Teheran ha affermato che i comunicato finali dei due vertici di ieri “non rappresentano le posizioni di tutti gli Stati membri”.

“L’Arabia Saudita approfitta del mese di Ramadan e della città Santa della Mecca per vertici come strumenti politici contro l’Iran”, ha detto il ministero degli esteri accusando Riad di “perseguire una politica sbagliata realizzando il volere di Israele promuvendo divisione tra gli Stati della regione ed i Paesi musulmani invece di farsi carico dei diritti del popolo palestinese e della questione di Gerusalemme”.