Europee, Repubblica ceca al voto oggi e domani per 21 seggi

Si prevede affluenza bassa: in lizza 33 partiti e sei coalizioni

MAG 24, 2019 -

Roma, 24 mag. (askanews) – Repubblica ceca al voto oggi, dalle 14 alle 22, e domani, dalle 8 alle 14, per eleggere i 21 europarlamentari che spettano a questo paese, l’unico della Ue dove le urne rimarranno aperte per due giorni. Lo spoglio verrà effettuato domani pomeriggio, ma per conoscere i risultati si dovrà attendere la notte di domenica, vale a dire la chiusura degli ultimi seggi in Ue, quelli dell’Italia, alle ore 23.

La Repubblica ceca sceglie i suoi 21 eurodeputati attraverso un sistema proporzionale su un’unica circoscrizione nazionale e con soglia di sbarramento al 5%. I candidati sono 844, distinti in 33 partiti e movimenti, più sei coalizioni. Così come i cittadini di Irlanda, Malta e Slovacchia, anche i cechi per le Europee potranno votare solo in patria, essendogli negata la possibilità di farlo per corrispondenza o di presentarsi nelle proprie rappresentanze diplomatiche.

Voglia di recarsi alle urne, fra i cechi, se ne sente comunque molto poca, come confermano le previsioni sulla affluenza. Non è una novità, visto che nel 2014 a votare fu solo il 18,2% della popolazione, seconda percentuale meno elevata di tutti i paesi della Ue. Quest’anno si dovrebbe raggiungere una quota appena più elevata, ma non più del 23%, secondo i risultati considerati ottimistici di un sondaggio di inizio aprile della agenzia Phoenix Research. Nel 2014 la media Ue di partecipazione al voto fu del 42,6%.

“I nostri cittadini hanno la costante sensazione di non contare troppo in Ue e di non poter influire sulle decisioni prese a Bruxelles, così alle urne non ci vanno” è la spiegazione data appena ieri dal presidente Milos Zeman, secondo il quale bisogna essere più efficaci nel far capire ai cittadini che “la Ue siamo noi, noi che siamo dentro la Ue”.

Un disinteresse in linea comunque col clima di profondo euroscetticismo diffuso da tempo in questo Paese, almeno da quando 15 anni fa è stato ammesso a far parte della Ue. I sondaggi danno favorito il movimento di stampo populista Akce nespokojenych obcan?, “Iniziativa dei cittadini scontenti”, acronimo Ano, guidato dal miliardario e capo del governo Andrej Babis. Gli aspetti controversi che riguardano Babis, in primo luogo la sua posizione di conflitto di interessi, non sembrano tali da togliergli il favori della gente. Il risultato è che Ano, accreditato di una quota compresa fra il 22% e il 25% dei voti, non dovrebbe alcun problema a conquistare, senza rivali, la posizione di primo partito.

Babis – il cui movimento, Ano, fa parte nel Parlamento europeo del gruppo politico Alde, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa – non perde occasione per manifestare sfiducia nei confronti della Unione, “dei burocrati di Bruxelles”, e della stessa moneta unica, dicendo a più riprese che non sarà il suo governo a fissare una data impegnativa di ingresso in eurozona.

“Cesko ochranime!” (Difendiamo la Repubblica ceca!), è lo slogan scelto da Babis per la sua campagna elettorale pre-europee. “Il nostro compito è di difendere il nostro Paese da tutte le cose senza senso che giungono da Bruxelles” ha detto il premier ceco, riferendosi per esempio alla energia, “La Ue non può dirci che non dobbiamo avere il nucleare e non può parlare del nostro mix energetico”, senza tralasciare quello della mobilità elettrica, a suo parere una via che porterà alla distruzione della industria automobilistica nazionale.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale ha puntato molto anche sul tema della doppia qualità dei prodotti venduti sotto la stessa etichetta. La Repubblica ceca infatti – come altri paesi della Nuova Europa – si sente discriminata in quanto – a parità di etichetta – vi si commercializzano spesso prodotti, soprattutto alimentari, di livello qualitativo più basso per gusto e ingredienti di quelli venduti, talvolta anche a prezzi più bassi, nell’Europa occidentale. “La Repubblica ceca non vuole essere la pattumiera dell’Europa” ha detto a più riprese Babis.

Gli ultimi sondaggi prevedono un buon risultato anche per i Pirati, i quali potrebbero conquistare la posizione di secondo partito, con circa il 15%, in competizione con i Civici democratici dell’Ods.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale sono risalite le quotazione del partito sovranista della Libertà e della democrazia diretta, Spd, guidato dal ceco giapponese Tomio Okamura, accreditato del 10% dei consensi. Un primato comunque i sovranisti cechi dell’Spd lo hanno già ottenuto prima del voto. La sezione locale di Transparency International appena pochi giorni fa ha attribuito a Okamura e compagni la qualifica di partito che finanzia la propria campagna elettorale in maniera più opaca, per non dire in modo del tutto non trasparente, visto che ha rifiutato di rendere pubblica qualsiasi informazione, persino il budget complessivo speso in vista del voto Ue.