Sudan, spari contro soldati e manifestanti: 6 morti, alcuni feriti

Durante negoziati tra leader della protesta e Consiglio militare

MAG 14, 2019 -

Roma, 14 mag. (askanews) – Sei persone sono morte ieri sera a Khartoum, in Sudan, poche ore dopo l’annuncio di un accordo tra gli organizzatori della protesta popolare nel Paese e i generali alla guida del governo di transizione. Le vittime sono cinque manifestanti e un soldato.

Le due parti hanno ripreso ieri i colloqui ritenuti cruciali per il futuro del Paese, dopo tre decenni di potere incontrastato esercitato dall’ex presidente Omar al Bashir. “Elementi non identificati che volevano sabotare i negoziati tra le due parti” hanno aperto il fuoco davanti al quartier generale dell’esercito sudanese, dove un sit-in organizzato dai manifestanti è in corso da oltre un mese, uccidendo un comandante della polizia militare e ferendo tre soldati e diversi civili, ha reso noto il Consiglio militare.

Ma secondo fonti mediche vicine al movimento di protesta, cinque manifestanti sono stati uccisi.

Il procuratore generale sudanese ha annunciato ieri l’imputazione di Omar al Bashir, deposto l’11 aprile e attualmente detenuto a Khartoum, per “aver ucciso i manifestanti” sudanesi durante le proteste contro il suo regime.

Secondo un’associazione di medici vicina alla protesta, citata da Le Figaro, 90 persone sono state uccise dalla polizia dall’inizio delle manifestazioni il 19 dicembre. Le autorità sudanesi parlano invece di un bilancio di 65 morti.