Roma, 7 mag. (askanews) – Dal 2016 oltre 20 siti religiosi islamici in Xinjiang sono stati demoliti del tutto o in parte. Ad affermarlo è un’inchiesta di Bellingcat e del Guardian.
Uno dei templi, quello dell’Imam Asim bell’oasi Hotan, era famoso come luogo di pellegrinaggio ed era considerato un importante luogo di culto sufi. Oggi è stata bbattuta ed è rimsta solo la tomba di un guerriero dell’VIII secolo, centro della devozione.
Il Guardian e Bellingcat hanno verificato la collocazione di un centinaio di moschee e templi sulla base delle indiccazioni di ex residenti, ricercatori e altre vfonti,
Di 91 siti analizzati, 31 moschee e due grandi luoghi di culto, uno dei quali è ppunto la moschea dell’Imam Asim, hanno subito importanti danni strutturali tra il 2016 e il 2018.
La Cina, sostenendo di voler fermare il radicalismo islamico, ha messo in campo una pesante repressione in Xinjiang, abitato da un’importante minoranza uiguro-musulmana.
Secondo le organizzazioni internazionali, circa un milione e mezzo di uiguri sono finiti in campi di rieducazione. Pechino respinge le accuse e sostiene che le strutture in questione sono centri vocazionali.