Il turismo e gli attentati in Egitto: dal 2010 flussi dimezzati

Tra insurrezioni e attacchi crollato il numero di viaggiatori

DIC 28, 2018 -

Milano, 28 dic. (askanews) – Era una delle mete turistiche globali più frequentate rinomate, ma dal 2011 a oggi le rivolte e gli attentati hanno ciclicamente messo seriamente in crisi l’industria delle vacanze in Egitto, tanto che nell’opoca del dopo Mubarak non si è mai praticamente tornati a ripristinare del tutto il flusso di viaggiatori dall’estero.

L’attacco all’autobus dei turisti vietnamiti è l’ultimo episodio, ma si contano altre morti tra i turisti: nel luglio 2017 due viaggiatori tedeschi hanno perso la vita in un assalto in un resort a Hurgada, sul Mar Rosso. L’episodio più grave però resta l’attentato a un aereo che trasportava 224 turisti russi verso la penisola del Sinai, rivendicato dallo Stato islamico. Una tragedia che ha rappresentato un vero disastro anche per l’attrattività del Paese, nonostante gli sforzi delle autorità di rafforzare la sicurezza e lanciare nuovi siti archeologici. Sforzi condivisi in passato anche da enti turistici internazionali e italiani in particolare, che si erano impegnati, nel 2011 e nel 2014 per rilanciare la destinazione.

I numeri però parlano chiaro: nel 2016 i turisti sono stati 5,3 milioni, cresciuti fino a 8,2 milioni nel 2017. Ma nel 2010 le cifre erano quasi il doppio: oltre 14 milioni di turisti nell’anno precedente la caduta di Mubarak. E se ora il terrorismo colpisce anche le piramidi di Giza, ultima delle meraviglie del mondo antico ancora esistente e sito universalmente not, si capisce che la battaglia per il rilancio del turismo probabilmente sarà ancora più complessa.