Russia, desk per business italiano a Lipetsk, dove Merloni cambiò la vita alle russe

Lipetsk è oggi uno snodo chiave e una Zes

LUG 18, 2018 -

Mosca, 18 lug. (askanews) – Nuove opportunità in Russia per il business italiano. Martedì 24 luglio verrà aperto un desk “Italia”, presso la Camera di Commercio di Lipetsk, in collaborazione con l’Amministrazione Regionale e il Consolato Onorario Italiano locale. “La decisione è stata presa di comune accordo con il governatore Oleg Korolev per rafforzare ulteriormente i rapporti economici tra la Regione e l’Italia”, annuncia il console onorario Vittorio Torrembini, in un colloquio con Askanews, anticipando il passo verso una nuova fase. Lipetsk è infatti uno snodo chiave del business italiano in Russia: all’inizio degli anni Novanta divenne la sede di una delle più importanti scommesse imprenditoriali di Vittorio Merloni.

L’imprenditore marchigiano, storico patron di Indesit, ex presidente di Indesit Company e di Confindustria all’inizio degli anni ’80, fu uno dei primi a crederci. Il risultato fu epocale: con le sue lavatrici cambiò la vita a milioni di donne russe, che fino ad allora avevano usavano l’olio di gomito. Liberandole e affrancandole dalla fatica. E soprattutto per questo il suo marchio nella prima decade del nuovo millennio divenne il più famoso tra quelli italiani, superando persino l’inconfondibile rombo Ferrari.

Oggi Lipetsk è la mecca per investimenti da tutto il mondo, agevolati da politiche statali russe che favoriscono l’insediamento delle compagnie straniere. “Lipetsk vanta una presenza industriale storica di aziende del nostro Paese (ben 12 aziende) con un fatturato di 740 milioni di euro e 5.200 dipendenti”, afferma Torrembini. Lipetsk è inoltre “una delle 5 Regioni Russe con il maggior interscambio commerciale con l’Italia (circa 230 Milioni di euro dei quali 122 di export dall’Italia) e la seconda in proporzione al territorio e alla popolazione: la prima è Kaluga, appena fuori Mosca”.

La regione è anche famosa per la presenza di una delle più efficienti Zone Economiche Speciali in Russia con una massiccia presenza di aziende straniere (ben 5 italiane). Tra gli obiettivi del nuovo Desk, oltre alla Assistenza alle Imprese presenti e operanti nella regione, anche quella di attrarre nuovi investimenti di Piccole e Medie imprese dal nostro Paese. Un punto interessante anche nell’ottica esposta dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, in visita a Mosca domenica e lunedì scorsi, che ha auspicato “da qui al 24 ottobre, data della missione del premier Giuseppe Conte in Russia, ci sia un dossier economico ricco di nomi di compagnie italiane pronte a investire in Russia e di aziende russe pronte a collaborare alla crescita dell’economia italiana”.

La zona è uno dei cuori pulsanti dell’economia russa. A Lipetsk e dintorni si produce il 19% dell’acciaio russo, il 20% di zucchero, il 34% di lavatrici e il 29% di frigoriferi del Paese. Il tutto con solo un milione e 200 mila abitanti. Nella zona economica speciale di Lipetsk ci sono già 47 compagnie insediate, che godono dei privilegi riservati alle società residenti. Le aziende sono rappresentative di 15 Paesi: Giappone, Italia, Belgio, Germania, Usa, Cina, Israele, Svizzera, Paesi Bassi, Ucraina, Corea del sud, Polonia, Russia, Francia e Gran Bretagna. Per un volume di investimenti dichiarati pari a 153 miliardi di rubli (2,3 miliardi di dollari).

La particolarità delle ZES è rappresentata, oltre che dalle agevolazioni fiscali dalla estrema facilità con la quale le aziende residenti possono ottenere i permessi. Anche quelli di costruzione e la gratuità degli allacciamenti alle reti con i terreni; elementi questi che a tutt’oggi, in altre zone non privilegiate, costituiscono un vero e proprio ostacolo agli investitori, sia russi che stranieri.

Il volume di investimenti dal 2005 ha avuto un andamento crescente, con una flessione nel 2012. La Regione è divenuta inoltre un punto importante, non solo russo, ma anche europeo per la produzione di elettrodomestici. Ci sono 22 aziende che coprono il 24% del mercato russo e ben il 13% di quello del Vecchio continente, dando lavoro a 7.000 persone con volumi di produzione pari a 603,45 milioni di dollari.