Bulgaria, nazionalista e filo-Ue, estrema destra entra al governo

Dopo essersi imposta come terza forza politica a elezioni di marzo

MAG 4, 2017 -

Sofia, 4 mag. (askanews) – I nazionalisti bulgari, che hanno occupato la scena politica degli ultimi 10 anni con interventi razzisti, antisemiti e omofobi, hanno ammorbidito le loro posizioni, arrivando a sostenere l’Unione europea, una volta entrati nel governo conservatore di Boiko Borisov.

Alle elezioni di marzo, l’alleanza Patrioti Uniti – formata da tre partiti, VMRO, NFSB e Ataka – è risultata la terza forza politica del Paese, con 27 dei 240 seggi parlamentari, imponendosi come partner essenziale del partito Gerb di Borisov. Già durante il suo secondo mandato, conclusosi lo scorso novembre, Borisov aveva beneficiato del sostegno dei nazionalisti in Parlamento, senza però farli entrare nel governo, a causa della riluttanza del Partito popolare europeo, a cui appartiene Gerb. Ma nel frattempo, l’estrema destra ha iniziato a moderare il proprio linguaggio e da oggi i nazionaliti sono ufficialmente nel governo.

A differenza del passato i tre partiti della coalizione Patrioti Uniti prendono posizione soprattutto su questioni come la povertà e appaiono filo-europeisti e filo-atlantisti: “La Bulgaria ha interesse che l’Ue esista e svolga il suo ruolo di stabilizzazione” in un ambiente geopolitico instabile, ha detto alla France presse Krassimir Karakatchanov, leader del Movimento nazionale bulgaro (VRMO) e nuovo ministro della Difesa. Lo scorso anno aveva chiesto di fermare i migranti con “bastoni, gas lacrimogeni e idranti”.

“Un compromesso è necessario se si vuole guidare il treno e non solo essere a bordo”, ha ammesso Volen Siderov, leader di Ataka (attacco) oggi vicepremier, che in passato ha bollato come una “menzogna” l’Olocausto e “una malattia” l’omosessualità. Nel 2014 aveva bruciato la bandiera dell’Unione europea e nel 2015 aveva visitato la Crimea annessa dalla Russia. Il Fronte nazionale di salvezza della Bulgaria (NFSB), di Valeri Simeonov, era noto invece per le feroci dichiarazioni contro i rom, che in Bulgaria sono circa 700.000.

“Il fatto che abbiano di recente cambiato linguaggio non muta la loro ostilità verso minoranze e migranti”, ha sottolineato Daniel Smilov, del think-tank Centre for Liberal Strategies. La Bulgaria assumerà la presidenza Ue nel primo semestre del 2018. (fonte Afp)