Vigilia del voto in Olanda, ancora 60% degli elettori è indeciso

Stasera l'ultimo dibattito televisivo

MAR 14, 2017 -

L’Aia, 14 mar. (askanews) – Alla vigilia di elezioni legislative cruciali in Olanda, il 60% dei 12,9 milioni di potenziali elettori si è detto ancora indeciso: se votare e per chi votare. Assume quindi particolare significato il dibattito televisivo che questa sera vedrà schierati i leader degli otto maggiori partiti olandesi, dei 28 in totale che si presenteranno al voto, al termine di una campagna elettorale fagocitata dalla crisi diplomatica con Ankara.

“E’ una situazione estremamente fluida, può succedere davvero di tutto”, ha spiegato Monika Sie Dhian Ho, direttrice del think-tank all’Aia, l’Istituto Clingendael, evocando programmi politici dalle differenze poco marcate e l’importanza delle performance mediatiche dei politici.

Secondo l’ultimo studio pubblicato ieri dal sito Peilingwijzer, il partito liberale conservatore (VVD) del premier Mark Rutte, raccoglie il 17% dei voti con 24-28 seggi alla camera bassa del Parlamento, ben al di sotto dei 40 di cui dispone attualmente. Rutte, che si candida per un terzo mandato alla guida di questo Paese di 17 milioni di abitanti con il 5% di popolazione musulmana, ha detto di volersi “battere con tutte le sue forze” per “evitare di risvegliarsi il 16 marzo in un Paese in cui Geert Wilders è la maggiore forza politica”.

Cavalcando l’onda dei sentimenti anti-immigrati in Europa, il leader del Partito per la Libertà (PVV) ha visto il consenso ridursi nelle ultime settimane, con il 14% delle intenzioni di voto e 20-14 seggi. “Se volete che i Paesi Bassi tornino a noi, allora cacciate quest’uomo e mettete me nella Torentje”, l’ufficio del primo ministro, ha detto ieri Geert Wilders in un acceso faccia a faccia televisivo con il primo ministro.

Le elezioni nei Paesi Bassi sono considerate come un termometro della febbre popoulista e xenofoba in Europa, prima delle elezioni presidenziali di aprile/maggio in Francia e qeulle legislative in Germania a settembre.

In ogni caso, anche se il partito di Wilders dovesse risultare come la prima forza politica in Olanda, difficilmente il politico anti-islamico potrà governare il paese, poiché tutti i maggiori partiti hanno escluso di potersi alleare con lui. Verosimilmente, in un paesaggio politico così frammentato, risultato di un sistema proporzionale senza soglia di sbarramento, il futuro governo avrà bisogno probabilmente di quattro cinque partiti per nascere. (fonte afp)