Renzi assicura: nel 2016 non ci sarà manovra bis né aumento dell’Iva

Esito stress test ok ma crescita robusta economia è soluzione per crisi banche. Cittadini non pagheranno per Mps

LUG 31, 2016 -

Roma, 31 lug. (askanews) – “Da tre anni conviviamo con il rischio di manovre correttive, ma posso dire con certezza che non ce ne sarà una per il 2016”. E’ l’impegno del premier Matteo Renzi, nonostante le clausole di salvaguardia a tutela della tenuta dei conti pubblici la facciano ritenere possibile. “Purtroppo – ha detto in proposito Renzi in una intervista Repubblica- ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie.Seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi: l’Iva – è il secondo impegno di Renzi- non aumenterà. E le tasse continueranno a scendere, perché andremo avanti sul taglio dell’Ires”.

Più in generale, a due giorni dai risultati degli stress test Bce sulle banche europee, il premier si mostra soddisfatto, pur avvertendo che “l”unica soluzione per archiviare definitivamente la crisi bancaria è tornare alla crescita. Dal 2015 abbiamo cambiato verso e invertito la rotta. Il segno del pil è tornato positivo, il Jobs Act ha portato 599mila posti di lavoro in più e la massa dei crediti deteriorati finalmente cala. Ecco perché insisto su investimenti, crescita e flessibiità contro la cultura dell’austerity”.

“E’ – argomenta Renzi – un dato oggettivo. La nostra economia reale è quella che tra il 2009 e il 2014 in Europa ha perso più di tutti. Abbiamo avuto un crollo del pil, tre anni di recessione, la disoccupazione quasi raddoppiata. Pur tuttavia una banca italiana, Intesa, è risultata la migliore a livello europeo. Quattro su cinque vanno bene. Per la quinta, Monte dei Paschi di Siena, ci siamo mossi per dare una risposta tempestiva: la proposta di Atlante ripulisce finalmente e per sempre la questione crediti deteriorati. Insomma grazie all’intervento di Atlante c’è una soluzione di sistema, definitiva. E l’aumento di capitale, finalmente, sarà fatto su una banca totalmente ripulita dai problemi del passato”. E “in Italia – dice ancora il premier – c’erano e ci sono ancora troppe banche. E ancora poco credito. Noi come governo abbiamo messo le mani in una situazione difficilissima con un obiettivo chiaro: via la politica dalle banche. Via i meccanismi allucinanti delle popolari dove qualcuno faceva campagna elettorale per il rinnovo dei cda attraverso la concessione di credito. E per farlo la riforma delle popolari del gennaio 2015 segna una svolta storica in Italia. Mi piacerebbe che ci fosse più onestà intellettuale nel riconoscerlo”.

Renzi risponde anche sulle più gravi delle crisi bancarie. “Nel merito delle singole banche -premette- le storie sono diverse”. Su Banca Etruria “noi siamo stati di una severità esemplare arrivando al commissariamento e alle doppie sanzioni. Ma chi conosce Arezzo sa che le cause di quella vicenda hanno le radici in un passato lontano e sono ben diverse da come sono state raccontate”. Mentre “su Vicenza mi sono espresso personalmente auspicando chiarezza, anche arrivando all’azione di responsabilità: e i veneti sanno perfettamente chi sono quelli – imprenditori e politici – che hanno fatto i furbi”. Quanto a Mps, “non prendiamoci in giro: le responsabilità di una parte politica della sinistra romana e senese – afferma il premier-segretari Pd- sono enormi. Da Banca121 in poi certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale”. Ed allora “io non voglio che per le responsabilità dei politici e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi. Non è un fatto di consenso, è un fatto di giustizia. Paghi chi ha sbagliato, non la gente comune”.

“Con Padoan – ha detto assicurato Renzi- abbiamo agito all’unisono, incoraggiando una soluzione di mercato. Bce e cda del Monte dei Paschi di Siena hanno fatto poi la scelta che hanno ritenuto più solida. A me interessa proteggere il correntista e il risparmiatore. Devono sapere che in Italia c’è un governo che si occupa di loro, non delle poltrone dei consigli di amministrazione delle banche come accaduto troppo spesso in passato. Poi se le banche finalmente si ripuliscono dai deteriorati, beh, quella diventa oggettivamente la misura di crescita economica più forte perché significa recuperare credito da dare ai piccoli imprenditori, agli artigiani, alle famiglie”.

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