Zika, e se microcefalia fosse causata da pesticidi?

Medico argentino: non esistono prove scientifiche che sia virus

FEB 16, 2016 -

Roma, 16 feb. (askanews) – Un insetticida utilizzato contro la proliferazione delle zanzare portatrici del virus Zika potrebbe essere responsabile dell’aumento del numero di casi di microcefalia e non il virus stesso. E’ quanto sostiene un ricercatore argentino, Eduardo Avila Vasquez, membro dell’associazione dei Medici dei popoli fumigati. “Esiste una grande quantità di zone dove il virus Zika si è diffuso e che non hanno presentato casi di microcefalia, il che ci fa pensare che queste malformazioni possano essere messe in relazione con altre cause e, dal 2014, queste zone sono state cosparse massicciamente di piriproxifene”, ha spiegato il ricercatore, citato da Le Figaro online.

Da più anni numerose regioni dell’America latina sono alle prese con due epidemie: la dengue e la chinkungunya. Per lottare contro il vettore delle due malattie, le zanzare Aedes e Aegypti, i governi della regione hanno spesso fatto ricorso ad un uso massiccio di larvicidi. Per Eduardo Avila Vasquez, il rimedio sarebbe pertanto peggiore del male. Argomentando che non esistono prove scientifiche che collegano il virus Zika all’aumento del numero di casi di microcefalia, principalmente in Brasile, il ricercatore argentino sostiene che lo sviluppo di questa patologia potrebbe essere dovuto all’utilizzo di questo pesticida.

“Abbiamo fatto una semplice ipotesi”, si difende Flavia Difilippo, che collabora con Eduardo Avila Vazquez. “Non diciamo che l’insetticida è colpevole, ma è una pista da non trascurare”, ha aggiunto, indicando il piroproxifene come possibile perturbatore endocrino.