Spagna, Pedro Sanchez designato premier: “missione impossibile”

Ancora un mese di negoziati prima del giudizio del Parlamento

FEB 3, 2016 -

Madrid, 3 feb. (askanews) – Felipe VI, da buon ex principe, harotto l’incantesimo: dopo un secondo giro di consultazioni in cuile novità hanno brillato per la loro assenza, ha deciso dimettere i partiti davanti alle loro responsabilità accettando lanon poco temeraria offerta del leader socialista Pedro Sanchez diformare un nuovo governo, mettendo quindi finalmente in funzionel’orologio costituzionale che sancisce il tempo massimo di duemesi dal primo dibattito di investitura, pena il ritorno senzaappello alle urne.Sanchez si è quanto meno premurato di sottolineare che prima dipoter presentarsi in aula sarà necessario “almeno un mese” dinegoziati, periodo che più probabilmente si ridurrà a tresettimane e nel quale dovrà cercare la soluzione di un puzzlepolitico al limite dell’impossibile. Tuttavia, il nuovo “no” delrivale conservatore Mariano Rajoy – al quale il monarca non si èdato la pena di riproporre l’incarico, dopo il clamoroso rifiutodel 22 gennaio – ha reso l’opzione socialista una sceltaobbligata per cercare di superare l’impasse nato dalle elezionidel 20 dicembre: un Parlamento al’italiana “ma senza italiani agestirlo”, come ha scherzato, ma non troppo, la stampa spagnola.Quali frecce abbia al suo arco Sanchez non è al momento moltochiaro: la disponibilità ad accettare l’incarico mostrata ierimattina – seppure con la postilla di un contestuale rifiuto diRajoy – farebbe pensare che qualche cosa sotto traccia si stiamuovendo, specialmente con Podemos, ma è anche possibile che illeader del Psoe preferisca tentare la strada del negoziato comepremier incaricato piuttosto che come semplice aspirante, con laconsolazione che in caso di fallimento potrà scaricare laresponsabilità sull’intransigenza altrui.MgiMAZ