La settima volta del maestro Riccardo Frizza al Met di New York

Il 45enne bresciano dirigerà la "Maria Stuarda" di Donizetti

GEN 26, 2016 -

New York, 26 gen. (askanews) – Gli italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori. Ma anche di direttori d’orchestra. New York City in questo periodo lo sa bene. Al Metropolitan è il momento dei “conductor” dal nostro Paese. Sul palcoscenico del Metropolitan sta per arrivare Riccardo Frizza. La sua performance segue quella di Gianandrea Noseda che – fresco di nomina alla direzione della National Symphony Orchestra per la stagione 2017-2018 – proprio al Met ha appena diretto “I pescatori di perle” di Bizet.

“Esibirsi al teatro d’opera di New York significa esibirsi nella capitale del mondo. Di qui passano le più grandi opere, i più grandi artisti, la più grande musica”, ha dichiarato Frizza ad AskaNews.

Nato a Brescia nel 1971, Frizza torna al Met per la settima volta. Il suo debutto nel teatro newyorkese risale al 2009 con “Rigoletto”. Dal 29 gennaio prossimo dirigerà la “Maria Stuarda” di Donizetti, che sarà in cartellone fino al 20 febbraio.

“Anche se è la settima volta qui al Met per me, la gioia e la trepidazione sono sempre quelle della prima direzione”, ha aggiunto.

A interpretare la regina di Scozia sarà il soprano americano Sondra Radvanovsky, che nella stagione 2015-2016 si è posta l’obiettivo di portare sul palcoscenico tutte e tre le opere del cosiddetto “ciclo delle regine Tudor” di Donizetti (l’Anna Bolena, la Maria Stuarda, il Roberto Devereux).

Nonostante la giovane età, Frizza è uno dei più apprezzati interpreti del melodramma italiano a livello internazionale. Dopo essersi diplomato in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e aver studiato direzione d’orchestra prima all’Accademia Musicale Pescarese e poi all’Accademia Chigiana di Siena, nel 1994 divenne direttore stabile dell’Orchestra sinfonica della sua città natale, incarico che mantenne fino al 2000. Dirige in tutta Italia e molto all’estero: a Londra, Tokyo, New York, Washington, Parigi.

Sposato con il soprano spagnolo Davinia Rodriguez, ci ha raccontato di come la loro bimba di quattro anni, Sofia, stia crescendo circondata dalla musica, “ma senza forzature: se un giorno chiederà di imparare a suonare, saremo ovviamente felicissimi; non vogliamo però essere quel tipo di genitori che impongono la musica ai figli”. Certo, crescere con un padre direttore d’orchestra e una madre soprano è una bella fortuna, gli facciamo notare. “Infatti già quand’era molto piccola abbiamo scoperto che è intonatissima”, ci risponde sorridendo.

Un altro sorriso arriva quando gli chiediamo chi potrebbe essere, se c’è, un musicista rock o pop moderno che, se nato in un’altra epoca, sarebbe stato secondo lui un grande compositore. “Freddie Mercury”, ci dice senza esitazione. “Sono sicuro che se Freddie Mercury fosse nato nell’Ottocento sarebbe stato un compositore eccezionale”.

E se potesse viaggiare nel tempo e assistere al lavoro di un compositore del passato, chi sognerebbe di incontrare? “Giuseppe Verdi. Senza alcun dubbio. Darei qualsiasi cosa per poter vedere da vicino il suo lavoro di creazione”.

Il maestro Frizza sarà in Italia anche per dirigere “Lucia di Lammermoor” a fine marzo al Teatro Massimo di Palermo e “Linda di Chamounix” a giugno al Teatro dell’Opera di Roma con Jessica Pratt nel ruolo principale.