Putin non va all’Apec, ma sarà a G20 Turchia e a Parigi

Mosca, 12 nov. (askanews) – Il dossier mediorientale scotta e il Cremlino deve ottimizzare l’agenda. Così il presidente russo Vladimir Putin non potrà partecipare al Vertice APEC, che avrà luogo il 17-18 novembre nelle Filippine. A confermarlo, il suo portavoce Dmitri Peskov, dopo che l’indiscrezione era già comparsa sul sito Gazeta.ru.
Al posto del presidente russo, andrà alla riunione il primo ministro Dmitry Medvedev. Secondo una fonte del Cremlino, citata invece dall’agenzia indipendente Rbk, il 15-16 novembre il presidente si recherà in Turchia per il vertice del G20. Originariamente si pensava che il 17 novembre Putin sarebbe passato attraverso una delle regioni russe, per poi essere tra il 17 e il 18 novembre, insieme con altri leader del mondo, nelle Filippine.
“Parte degli incontri bilaterali sarà compensata da conversazioni telefoniche, alcuni incontri non erano ancora stati concordati, quindi omissioni in questo caso non ci saranno”, ha detto il capo del servizio stampa del Cremlino.
Il politologo Fyodor Lukyanov sottolinea che è una questione di priorità: “il presidente va al vertice del G20, in Turchia, e poi alla conferenza sul clima a Parigi (prevista a fine novembre-inizio dicembre). Putin di recente, viaggia raramente e quei leader con cui vuole parlare, li vede al vertice del G20” ha aggiunto Lukyanov parlando con Gazeta.ru.
A proposito, del vertice del G20 – che vedrà la partecipazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama – Putin potrebbe incontrare il leader della Casa Bianca. Secondo Lukyanov, “ora la priorità del Presidente è il Medio Oriente e questo tema risuonerà al summit tra i 20 grandi”. E anche alla conferenza sul clima a Parigi.
Sempre Lukyanov, parlando ad askanews dopo il dramma aereo del Sinai, aveva dichiarato: “la Russia non può certo mostrarsi spaventata o avere paura, soprattutto in un momento come questo. Quindi Mosca andrà avanti con le operazioni militari. Altro sarà capire che cosa rappresenta il concetto di vittoria” per Mosca, anche nel “processo di pace” che seguirà per Damasco.