Migranti, delusione in Vaticano: l’Ue dà soldi ma non vuole disturbo

Il cardinale Vegliò: "Servirebbe una politica delle migrazioni seria"

APR 24, 2015 -

Città del Vaticano, 24 apr. (askanews) – C’è delusione in Vaticano per l’esito del vertice Ue sul traffico di migranti. “Non siamo soddisfatti di questo accordo. Qualcosa è stato fatto, come il finanziamento dell’operazione Triton, ma così non si risolve il problema. Servirebbe un programma a lungo termine, una politica delle migrazioni seria”. Non usa mezzi termini il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, per esprimere la sua delusione sul vertice dei leader dell’Unione europea sulle migrazioni che si è svolto ieri a Bruxelles.”L’Europa – afferma il porporato al Sir, Servizio di informazione religiosa – non ha una politica di integrazione per i migranti. Su 28 Paesi solo 4 o 5 ne accolgono in gran numero. E gli altri che fanno? Non è che se si riceve il Nobel si è santi. Certo, sarebbe un prestigio per l’Europa far vedere che è in grado di risolvere il problema delle migrazioni. Ogni anno si danno miliardi di dollari per armi e opere internazionali, basterebbe molto meno per risolvere la questione migrazioni. Cosa vuole che interessi alla Finlandia e alla Svezia, che pure è generosa perché è il Paese con più migranti in proporzione alla popolazione, se arrivano migranti in Italia? Dobbiamo fare qualcosa, però l’atteggiamento europeo è: vi dò i soldi ma non ci disturbate”.L’Ue “è un’unità economica, finanziaria ma non ha una politica estera comune. Quanto conta l’Europa in Medio Oriente o in Africa o in America Latina? Niente. Contano i singoli Paesi: i legami della Spagna con l’America Latina, della Francia con l’Africa o con il Medio Oriente. Come fa un francese, ad esempio, a trovarsi d’accordo con un lituano o un bulgaro? Non è facile fare uno Stato federale quando ogni Stato ha una sua storia. Ã? un progetto bellissimo ed entusiasmante ma mi sembra che oggi sia un’Europa molto egoista, stanca, che ha perso i suoi valori cristiani”.Bombardare i barconi, afferma ancora Vegliò, “è un’idea stranissima: ma cosa bombardano? C’è il diritto internazionale! Bombardare in un Paese è un atto di guerra! Poi a cosa mirano? Solo ai piccoli battelli dei migranti? Chi garantisce che quell’arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi? E poi, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria continuerà ad esistere. Allora che facciamo? Li lasciamo morire dove sono? Ã? inutile bombardare le imbarcazioni, le persone disperate troveranno sempre sistemi per fuggire: faranno altri barconi, passeranno via terra.Ricordiamoci che la maggior parte dei migranti non arriva dal Mediterraneo ma dalle frontiere terrestri. Finché ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare”.Red