Isis, la minaccia jihadista viaggia sui social media

Twitter lo strumento più usato, propaganda anche su YouTube

GEN 19, 2015 -

Roma, 19 gen. (askanews) – La minaccia dell’Isis viaggia sui socialmedia: la piattaforma Twitter sta diventando uno strumento semprepiù usato dalla jihad 2.0. Secondo una analisi diilSocialPolitico.it, il “social magazine” che indaga sulle attività di politica, istituzioni, influencer e fenomeni sociali sul web, la piattaforma dei 140 caratteri è stata infatti utilizzata daiterroristi per aumentare il “buzz” intorno alle loro azioni eper fare nuovi proseliti.Nei giorni in cui #CharlieHebdo e #JeSuisCharlie erano gliargomenti più discussi, i jihadisti 2.0 si sonoagganciati a questi hashtag rilanciando i loro messaggi diterrore. Il 9 gennaio mentre la rete scriveva circa 3 milioni ditweet su #JeSuisCharlie, i terroristi islamici coglievanol’opportunità di rilanciare il topic #jesuisKouachi capace dicalamitare ben 25.000 menzioni.La strategia di creare un link tra un argomento di massa e lapropaganda jhiadista è stata sperimentata dai terroristi islamicidurante gli ultimi mondiali di calcio. Sfruttando uno dei topicpiù diffuso nella storia di Twitter, #Brazil2014, i terroristihanno aumentato l’ampiezza di hashtagh come #AMessageFromISIStoUSin grado di inviare più di 80.000 tweet di odio contro gli Usa.Ã? sempre più chiaro – secondo il social magazine – il come unacampagna sui social media sia oggi indispensabile per tutti,movimenti radicali compresi. Un marketing fortemente focalizzatoe la possibilità di costruite attraverso i social media uncomunità compatta è un’opportunità di lotta che l’Isis non si stafacendo sfuggire. Va inoltre sottolineato come il fenomenotwitter sia molto più espanso nella cultura medio-orientale diquanto possiamo immaginare.Nelle ultime settimane ilSocialPolitico.itha rilevato come in media circa 4 argomenti su 10 della topictrend mondiale siano hashtagh in lingua araba. Sui social media ed in particolare su Twitter era già statasegnalata la minaccia di un eventuale attacco da parte di un”lupo solitario”. Sul quotidiano israeliano Haaretz qualche mesefa è uscito un articolo in cui si parlava di un account Twitter@Dawlamoon che minacciava l’invio di un “lone wolf” in Europa perfare strage di cittadini. Anche se mentre scriviamo l’account@Dawlamoon è inattivo esistono altri profili collegati a questoaccount che inneggiano al califfato islamico.Uno di questi, @177_sf, si proclama come account sostenitore delleader Abu Bakr al-Baghdadi ed ha continuato la sua opera dipropaganda fino ad ottobre riuscendo a raggiungere 2830 followere postando 3427 messaggi. Altri profili, come quello denominato@khalid43gm, sono tutt’ora attivi e hanno pubblicato una serie di video di propaganda su youtube oggi rimossi dallo stesso social.La propaganda social dell’Isis è molto forte anche su You Tube,dove nei mesi passati sono state pubblicate le macabredecapitazione dei reporter di guerra James Foley e StevenSotloff. Qualche giorno fa la rete ha dovuto fare i conti conl’orrore di un nuovo video pubblicato da al-Hayat Media, lastruttura mediatica dell’Isis rivolta al pubblico occidentale. Il filmato in questione, montato e postprodotto in manieraprofessionale, mostra un bambino sui 10 anni che uccide a sanguefreddo con una pistola due uomini accusati di lavorare per iservizi segreti russi. Queste terribili immagini sono rimbalzateda un canale all’altro di Youtube raggiungendo in poco tempo piùdi 400.000 mila visualizzazioni.Int